Oggi i Magnifici Lorenzi sfidano Jamie Murray e Michael Venus nella loro prima finale insieme, e si raccontano. «Più forti a rete e in risposta grazie al doppio, amici fuori, e in campo ci completiamo»

Al tennis italiano ultimamente va bene anche quando va così così. A Doha, ad esempio, I Magnifici Lorenzi – Musetti e Sonego – hanno riscattato in doppio un torneo deludente in singolare, battendo anche il navigato duo tedesco-australiano formato da Andreas Mies e John Patrick Smith (6-2 6-7 10-7) e guadagnandosi una bella finale, la loro prima in coppia. Oggi se la vedranno con due marpionissimi del ramo, Jamie Murray e Michael Venus (tre titoli dello Slam in due, ma non insieme, Murray è stato anche numero 1 nel 2016) contro i quali comunque non partono battuti, anzi.

In semifinale ieri hanno avuto il totale controllo della situazione fino al 6-2 5-4 e servizio Sonego, poi le cose si sono un filo complicate ma i Lorenzos, grazie a qualche bella risposta di Sonego e a un paio di magate di Musetti, sono comunque riusciti a sfangarla al super tiebreak. I due Lorenzo in passato hanno già giocato insieme, anche in Coppa Davis, arrivando nei quarti a Cincinnati l’anno scorso e a un filo dal battere Metkic e Pavic alle Olimpiadi di Tokyo. «A Cincinnati abbiamo perso proprio contro Murray e Venus, due break», ricorda il Muso: quindi l’occasione è propizia, ma tutt’altro che agevole, per una rivincita. Doha è insomma la riprova che la coppia funziona, e può aggiungersi alle alternative a disposizione del ct azzurro Filippo Volandri. Fra l’altro dall’altra parte del mondo, a Rio, anche Vavassori e Bolelli, finalisti a Melbourne e vincitori a Buenos Aires, sono arrivati in semifinale: l’abbondanza può diventare un problema, ma di quelli che qualsiasi capitano vorrebbe avere.

«Come coppia funzioniamo perché andiamo d’accordo, siamo amici fuori dal campo, e tecnicamente ci completiamo», spiega il Lorenzo toscano. «Sonny mi trasmette positività, ha sempre il sorriso sulle labbra, mi regala quella fiducia e quella spensieratezza che mi fanno rendere al meglio. E poi è migliorato anche con il rovescio, che è sempre stato il suo colpo meno forte».

Ecco: il doppio come palestra e laboratorio: «Giocarlo ci ha fatto progredire tanto a rete, ma anche in risposta – concorda il Lorenzo torinese – poi ti abitua a reagire perché basta un game storto e tutto cambia, bastano piccoli dettagli. Che cosa mi piace di più del ‘Muso’? Che ha sempre soluzioni impreviste che spiazzano gli avversari, e li mandano in crisi proprio perché nessuno se le aspetta. Poi risponde bene e gioca solido da fondo permettendomi di intervenire a rete. Un difetto? Be’, a volte in campo si inc…za troppo, deve essere più positivo». Attenti a questi due, in campo oggi a partire dalle 13,30 italiane.