IL PERSONAGGIO – Il passato di folli pressioni e dolori familiari è alle spalle. Oggi è esplosa la strabordante simpatia di Timea Bacsinszky, volata al numero 26 WTA. Ma può raggiungere la top-10, magari al ritmo delle sigle sugli amati Pokèmon.  Tu sei un campione ma
fermarti non ti va
e nuove sfide hai già
che vuoi affrontare. Vai!!!
 
Più avanti vai così,
per non restare lì,
la tua vittoria è qui,
ci puoi giurare.

 
Inizia così "Pokèmon Battle Advanced", una delle tante sigle dedicate ai Pokèmon, cantata da Cristina D’Avena e Giorgio Vanni, veri e propri guru del settore. Non sappiamo se Timea Bacsinszky la conosca. Forse si, perchè parla abbastanza bene la nostra lingua. Anni fa ha avuto un fidanzato italiano, nativo di Catania. Si spiega così quella strana citazione nelle sue “notes” sul sito WTA. Città preferite? Budapest e Catania. Svelato l’arcano. Non è citata, tuttavia, la sua antica passione per i Pokèmon, serie di videogiochi giapponesi che ha avuto un successo strepitoso, talmente grande da sfociare in film, cartoni animati e altro ancora. Ha avuto successo anche in Svizzera, dalle parti di Losanna, quando Timea cresceva ed era la grande speranza del tennis svizzero (e non solo). I genitori erano in crisi e avevano proiettato su di lei – soprattutto il padre – il desiderio di dare un senso a un legame che non funzionava più. "Timi" ha retto la pressione per un po’, forse aveva assimilato le luci e i colori del circuito WTA ai cartoni dei Pokèmon, ma ben presto ha capito che realtà e finzione sono due cose diverse. I genitori si sono separati, sono fioccate le sconfitte e lei si è ritrovata sola. Maledettamente sola. Anche per questo, forse, nel 2011 si è procurata un grave infortunio al piede in un incidente extratennistico. Non ha mai spiegato come sia avvenuto, l'ha ritenuto imbarazzante. Di certo ha perso un anno, tra operazioni e rientri affrettati, ed era uscita da un mondo che prima l’aveva illusa, poi sconfitta, poi abbandonata, per dirla con Lucio Dalla.
 
TEARDROP TIMEA
Rimasta sola, senza più rapporti con il padre, aveva trovato rifugio in un resort sulle Alpi, dove faceva la barista insieme a colleghi ignari del suo passato. Si è ricostruita l’anima, stava recuperando una serenità fuori dal tennis, quando l’ufficio organizzativo di Roland Garros le mandò una mail informandola che aveva diritto a giocare le qualificazioni. Lì è scattato qualcosa: le è presa una strana esaltazione, l’improvvisa voglia di riprovarci nonostante un fisico non più tirato a lucido. Poco importa: piena di lacrime di gioia, ha preso la macchina ed è andata a Parigi mentre ascoltava a random “Teardrop” dei Massive Attack. La canzone giusta per una catarsi interiore. Timea aveva deciso: sarebbe stata ancora una tennista, al diavolo i propositi di ritiro. Oggi, neanche due anni dopo, ha ragione lei. Dopo un grande 2014, chiuso da semplice spettatrice nella finale di Davis (è andata a Lille a sue spese, con voli Easyjet e spendendo 660 euro per i biglietti: "Volevo stare dove volevo, con la gente, per questo non ho chiesto favori a Swiss Tennis"), il 2015 la vede protagonista sul campo. Le splendide vittorie ad Acapulco e Monterrey le hanno regalato un best ranking tutto nuovo al numero 26, ben più splendente di quel 37 che risaliva a una vita fa. Ma adesso, a 26 anni ancora da compiere, Timea vuole andare ancora più in alto, conoscere i suoi limiti. Torneo dopo torneo.
 
A questo punto tu
non puoi fermarti più,
devi arrivar quaggiù
per gareggiare. Vai!!!
 
Hai un obiettivo ormai
e non lo tradirai
perché non mollerai,
vuoi continuare.

 
 

Il 2015 è un anno d’oro: ha raccolto 18 vittorie (le ultime 12 consecutive) e appena due sconfitte, raggiungendo la finale in tre degli ultimi quattro tornei. Tra i più contenti c’è Heinz Gunthardt, ex coach di Steffi Graf (ma non solo) e attuale capitano della Fed Cup svizzera, cui la Bacsinszky ha regalato due punti nella recente trasferta in Svezia. “E’ una giocatrice di immenso talento. All’inizio le mancava la continuità, anche durante gli allenamenti, sia a causa degli infortuni che di problemi di motivazione”. Prima che lavorasse con Dimitri Zavialoff, ex coach di Wawrinka, aveva avuto anche fare con lo staff di Swiss Tennis. Tra loro, il preparatore atletico Beni Linder. “La Timea di oggi non può essere paragonata a quella di ieri – dice Linder – adesso vive con professionalità il suo lavoro, mentre prima lottava con gli altri ma soprattutto con se stessa”. Papà Igor, uomo pieno di ambizioni, le aveva tolto la gioia di praticare lo sport. I due non hanno più rapporti da tempo, lo ha ribadito Timea in una recente intervista. “Adesso vive con gioia. E’ questo il suo segreto” conclude Linder. Negli ultimi 12 giorni ha vinto 10 partite, spalmate su 22 ore di tennis, in condizioni climatiche e ambientali diverse. Eppure non ha mai dato segni di cedimento. Motivo? Ha corso molto per recuperare il tono muscolare, passando parecchie ore in palestra. Adesso il suo talento è libero di esprimersi, senza condizionamenti visibili (fisici) e non (mentali). Ha dichiarato di voler scoprire questi “benedetti” limiti. Secondo Gunthardt può entrare tra le top-10. “Per riuscirci dovrà raccogliere i punti dove conta davvero, ad esempio negli Slam”. Ma nel frattempo c’è da giocare a Indian Wells, dove sarà una mina vagante. Il tabellone è difficile ma non proibitivo: Makarova al terzo turno, Safarova negli ottavi. Arrivasse nei quarti, ci sarebbe Serena Williams. E sarebbe una grande storia, tra una giocatrice che aveva giurato (al mondo) che non avrebbe mai più messo piede a Indian Wells, e un’altra che aveva giurato (a se stessa) che non avrebbe mai più messo piede su un campo da tennis. Ma si sa, il tempo è galantuomo.
 
Combatterò e vincerò
rincorrendo quel sogno
che ho dentro di me.
Ci sei vicino oramai
prendi quando hai bisogno
la sfera poké.
 
Laggiù assieme a Pikachu. LAGGIÙ!!!
Come on and dance
the Pokémon advanced!