CARRENO PIEGA IL FERRU
Più duro del Ferru. La sfida tra ciò che fu e ciò che vorrebbe (e potrebbe) essere va al più giovane degli iberici che mette in mostra la solita granitica solidità e fa un sol boccone di quello che potrebbe diventare il suo punto d’arrivo, quel David Ferrer così bistrattato nel 2017 che nel 250 portoghese aveva trovato quelle vittorie che mancavano addirittura dagli Australian Open con cinque tornei sugli otto stagionali terminati prima di iniziare. Il ragazzo di Gijon sigla un doppio 6-3 che lascia poco spazio a commenti, tanto è stato netto il suo dominio. Una palla break offerta – e cancellata con un magistrale dritto inside-out – e poco più concesso a un Ferrer sostanzialmente impotente in ribattuta e infilato con puntuale regolarità quando latitava la prima (appena un punto su tre con la seconda in campo). Carreno si riconferma nel torneo amico di Estoril e torna in finale a dodici mesi dopo quella persa con quel Nico Almagro regolato ieri in un’ora abbondante. Per l’iberico, che in caso di vittoria volerà nei primi 20 del ranking avvicinando il best ranking (19) e addirittura alla settima piazza della Race, si tratta della sesta finale nel circuito maggiore, la seconda nel 2017 dopo quella persa a Rio de Janeiro contro Thiem, e lo vedrà a caccia del terzo sigillo. Per Ferru, invece, la semifinale resta una boccata d’ossigeno dopo un trimestre terrificante che strizzava l’occhio al ritiro dalle scene.

Il 2017, evidentemente, è anno di novità per Gilles Muller, e tutte gradite. Dopo l’agognato primo titolo artigliato a Sydney alla veneranda età di 33 anni e dopo aver perso cinque finali Atp, il lussemburghese trova la prima finale sulla terra battuta della carriera battendo Kevin Anderson con un break per set, a disegnare il 7-5 6-4 conclusivo. Primo set lottato e incerto fino all’ultimo. Dominato dai servizi? Macchè! In dodici game si sono consumate complessivamente 15 palle break in aggiunta a molteplici chance per il ribattitore di turno, tanto che entrambi si sono tenuti sotto il 65% di resa con la prima di servizio, percentuali criminose per chi – come Muller e Anderson – edifica sul colpo di inizio gioco gran parte delle proprie fortune. La spunta il lussemburghese – che tra tre giorni soffierà su 34 candeline – dopo aver cancellato con personalità e coraggio tre setpoint nel decimo game: prima vincente, dritto lungolinea vincente, ace. Anderson pasticcia sul 5-5 e regala il break-spartiacque, subito concretizzato nel 7-5. Sull’onda lunga emotiva del parziale appena intascato, Muller fa centro nel game inaugurale della seconda frazione e, stavolta, tanto basta a condurre in porto set e match, sigillati dopo un’ora e 38 minuti sul 6-4 che lo spedisce in finale per la settima volta in carriera.
ATP 250 ESTORIL – Semifinali
Pablo Carreno Busta (ESP) b. David Ferrer (ESP) 6-3 6-3
Gilles Muller (LUX) b. Kevin Anderson (RSA) 7-5 6-4