Tante le considerazioni di capitan Volandri riguardo le convocazioni delle prossime Finals 8 di Davis

foto Brigitte Grassotti

Allarme Musetti per la Final 8 di Coppa Davis, come era inevitabile. Reduce da otto settimane filate di tornei e ancora in gara a Torino dove ieri ha entusiasmato con la rimonta su De Minaur, il nostro numero 1 (in assenza di Sinner) potrebbe arrivare a Bologna senza energie. O non arrivarci affatto.
«Quello che faccio ogni volta è di chiedere la disponibilità di una rosa allargata, di 6 o 7 giocatori», spiega Capitan Volandri. «Anche Darderi e Sonego – che a Torino si sta allenando regolarmente con la squadra – l’hanno data, e sono conscio dello sforzo che sta facendo Lorenzo, che in più ha anche con Veronica una scadenza importante, un figlio in arrivo, che per me in quanto padre conta tantissimo. Il programma è lasciarlo in pace fino alla fine delle Finals, e poi decidere insieme che cosa fare».
Pare di capire che si vada verso una possibile assenza, ma niente è deciso.

Filo è comunque molto fiducioso nella sua truppa: «In quattro anni hanno sempre dato tutto, compreso Jannik che è quello che ha più presenze con la mia gestione e se ha deciso di prendersi una pausa va rispettato. Due Davis le abbiamo vinte sempre con una panchina lunga, con Arnaldi, con Sonego che salva i matchpoint a Jarry a Bologna, l’importante è il lavoro che ci ha dato la giusta mentalità. Ripartiamo da questo, e da lunedì in poi magari parliamo di chi ci sarà e non degli assenti».
Volandri è sorridente, rilassato, ma conscio che si tratta di una Final 8 molto equilibrata. «Forse la più equilibrata da molto tempo. Alcaraz è il numero 1 del mondo, ma non è scontato che la Spagna passi i quarti, la Germania con Zverev è una squadra diversa, anche l’Austria (nostro primo avversario) ha giocatori che valgono più della loro classifica, e poi la Davis la conosciamo, il ranking vale il giusto».
Un altro tassello chiave è il doppio, con Bolelli e Vavassori che stanno facendo benissimo qui a Torino. «L’altro giorno hanno giocato una delle partite più belle della loro carriera, mi auguro di vederli a Bologna solo lunedì, e che ci portino il trofeo. In passato ho fatto scelte diverse legate anche alla presenza di elementi fortissimi, come Jannik, ma tutti le hanno sempre comprese e condivise. Ogni tanto parlo con altri capitani, e mi raccontano di squadre divise, con giocatori incompatibili fra di loro: per fortuna io di questi problemi non ne ho, siamo una squadra molto unita».

Ormai la gestione Volandri sia avvia al quinto anno, «errori ne abbiamo fatti, e altri ne faremo», spiega. «Ma ci siamo chiariti anche i ruoli, la panchina dietro di me non è più sgangherata, sono migliorate gestione e comunicazione. L’obiettivo è di restare in alto ancora a lungo». Sul possibile cambio di formato Filippo ha poi le sue idee: «Premesso che la soluzione ideale non esiste, rendere la Davis biennale mi troverebbe d’accordo. Un Campionato del mondo ogni anno è difficile da sostenere, anche per la data in cui è collocato, un’altra opzione sarebbe lavorare sul calendario. Poi so che qualcuno è nostalgico del vecchio formato, di solito chi l’ha giocato o l’ha vissuto, mentre a me e alle nuove generazioni piace il nuovo, che ha avuto anche il merito di far tornare alcuni campioni».