Foto Brigitte Grassotti

Sul più bello della semifinale contro Alexander Zverev, Alejandro Tabilo ha tremato e a conquistare l’ultimo atto del torneo di Roma è stato il tedesco. Ma a lungo si sentirà parlare del giovane tennista cileno

Quando il Cile giocava la sua prima e unica finale di Davis, Alejandro Tabilo svolazzava ancora nel cielo dei possibili nascituri.  Avrebbe visto luce cinque lustri più tardi, accolto da genitori cileni emigrati a Toronto già  qualche decade prima
Riuniti intorno a qualcosa di caldo, nelle gelide sere d’inverno, tra una cosa e l’altra, i due devono essersi lasciati andare a narrazioni epiche sull’ indimenticabile epilogo del ’76 a Santiago e seppure si trattasse di acclarata sconfitta, indorarono la pillola al punto da incoraggiare  l’amato figliuolo  a inforcare una bella racchetta e liberare il suo istinto sinistro.
Mamma e papà ci avevano preso e un colpo tira l’altro il giovane Alejandro
ha messo su un bagaglio tecnico coi baffi in cui spicca un rovescio eseguito in tutte le salse, ivi compresa una smorzata a sorpresa toccata con perfetta scelta di tempo.  Proprio a voler essere pignoli, una maggiore fluidità del dritto darebbe al colpo l’effetto frustata  così come richiede quel tennis mancino che non ama briglie alla naturale gestualità. Eccole dunque le coordinate sportive  dello splendido tennista visto in questi 81mi internazionali d’Italia. Opposto ieri ad Alexander Zverev detto Sasha, l’ex cittadino dell’Ontario, oggi naturalizzato cileno, ha fatto vedere di che pasta è fatto fin dall’inizio prendendo a pallate il tedesco lungo tutto il primo set.
Alla lunga, la maggiore abitudine ai match importanti ha deciso a favore del crucco. 

Chiudo constatando che il Cile si rivela paese di grandi mancini e così come accaduto con il talentuoso Marcelo Rios, anche di Alejandro Tabilo sentiremo ancora parlare.