Un salto epocale (dopo quello avvenuto per merito dei telai in grafite) è dato dall'avvento delle corde monofilamento in poliestere, risultato un elemento rivoluzionario in un settore che si stava progressivamente trasformando. Ma l'utilizzo delle corde in poliestere, cosa ha cambiato e in quale maniera la tecnica di gioco? Perché utilizzarle? E chi può godere maggiormente dei benefici? Un elemento fondamentale che deve essere messo in evidenza è che la corda in poliestere è stata concepita e progettata con un obiettivo molto preciso, ovvero quello di regalare massimo controllo e presa delle rotazioni sacrificando la resa elastica, la durata dinamica e il comfort all'impatto. In buona sostanza, si tratta di corde dedicate a giocatori agonisti di alto livello. Ricordiamo che i primi profeti di questa tipologia di corde sono stati Thomas Muster, Andre Agassi e Gustavo Kuerten, giocatori che facevano della potenza, della consistenza e del controllo un elemento fondamentale del proprio gioco. Curiosi aneddoti sono legati all'utilizzo dei monofilamenti: Thomas Muster, ex numero uno al mondo, conservava le proprie racchette incordate con monofilo a 40 kg (!), all'interno del frigorifero a bordo campo per limitare al minimo il calo di tensione e avvertire all'impatto una sensazione granitica e di massima consistenza. Un secondo episodio, riportato anche nella sua celebre autobiografia, si riferisce ad Agassi che, durante l'edizione 2002 degli Internazionali d'Italia al Foro Italico, su consiglio di coach Darren Cahill e del suo incordatore personale, Roman Prokes, testò le nuove e sconosciute Luxilon Original per un paio di ore. Usci dal campo pronunciando la famosa frase: «Queste corde dovrebbero essere illegali: è impossibile tirare la palla fuori».

Ma attenzione, è fondamentale mettere in evidenza che sia il primo sia il secondo effetto, devono essere attivati da un'azione dinamica del giocatore e dunque, se non si ha forza sufficiente per deflettere la corda, non si può in alcuna maniera ottenere un incremento delle rotazioni, qualsiasi corda si decida di utilizzare. Inoltre, se la tensione a cui si incorda è troppo alta rispetto all'accelerazione e potenza espressa, non riuscirò nemmeno in questo caso a sfruttare adeguatamente il top spin che si può creare con una corda monofilamento. Se per esempio utilizzo un telaio con uno schema di incordatura fitto, un 18×20 per intenderci, a parità di tensione, dovrò imprimere maggior potenza per flettere le corde orizzontali (quelle che contano) e ottenere potenza e rotazione. In buona sostanza, se non sono in grado di far flettere la corda in modo apprezzabile, non potrò in alcun modo percepire la differenza di feeling e risposta dinamica tra una corda e un'altra. In questi termini, In questi termini, la soluzione più logica è quella di incordare alla tensione più bassa possibile che consenta comunque di controllare i colpi. Perché è del tutto inutile spendere una cifra considerevole per l'armeggio utilizzato da un campione, magari alla sua stessa tensione, se non sono in grado di poterne attivare la risposta. Per fare un esempio del tutto reale in termini pratici, sarebbe come montare delle gomme da gran premio su una utilitaria a metano che si usa per andare al lavoro tutti i giorni o delle gomme da MotoGP su uno scooter da 50cc.