Il carrarino parla nella conferenza stampa del media day: “Felice di essere un esempio per i bambini”

Lorenzo Musetti si presenta a Roma con buone aspettative: il carrarino ha cominciato nella miglior maniera possibile la stagione sulla terra battuta, raggiungendo la finale a Montecarlo e la semifinale a Madrid, entrando così per la prima volta in carriera nei primi dieci giocatori del mondo. L’azzurro arriva al Foro Italico da numero 9 del mondo ed è sicuramente il più attenzionato dopo il ritorno di Jannik Sinner.
Nella conferenza stampa del media day il toscano è apparso piuttosto disteso e rilassato: “La top 10 era un traguardo che consideravamo da raggiungere e che finalmente abbiamo raggiunto dopo i risultati di Montecarlo e Madrid, era un qualcosa che miravamo da tempo. Non credo comunque sia cambiato molto: la svolta è stata la fiducia nel mio gioco che mi ha permesso di conquistare questi traguardi. A Roma cercherò di mantenere questo slancio positivo”.
Musetti che ritiene di aver raggiunto la mentalità da top 10: “A Montecarlo sono arrivato in finale nonostante tanti alti e bassi nelle mie partite. Arrivare a Madrid in semifinale senza perdere set penso sia una conferma del mio livello attuale, la mentalità da top 10 è quella di cercare di non perdere con qualcuno che è inferiore a te nel ranking anche nelle giornate peggiori”.
Ancora un’analisi sul suo salto di qualità: “Ho fatto un salto di qualità a livello di continuità, specialmente nei risultati perché ho sempre avuto picchi alti ma anche bassi. Dall’anno scorso ho cambiato marcia, i risultati sono stati più continui e ho raggiunto il mio best ranking. Questo è il mio quinto anno nel tour, sono un giovane non più giovane, ci sono tanti italiani e non che hanno il livello per entrare nel circuito e starci stabilmente. Vivo questo momento con molta gioia e orgoglio, essere un esempio e ammirato da tanti bambini che inseguono il sogno di diventare campioni mi fa molto piacere“.
Musetti che ha indicato i due Challenger giocati l’anno scorso a Cagliari e a Torino come svolta della sua carriera: “Aver abbassato il livello e mettermi in una situazione difficile mi ha permesso di essere di nuovo me stesso anche in campo, ho fatto una bella stagione sull’erba e poi sono arrivate le Olimpiadi con il bronzo. L’ultima parte della stagione non è stata così importante a livello di risultati ma pesava il fatto di aver giocato parecchio“.

