La leggenda del tennis italiano ha analizzato l’effetto Sinner insieme al suo grande amico Paolo Bertolucci, estendendo il discorso al boom del movimento nostrano

Non è un segreto che Jannik Sinner abbia riportato l’interesse degli italiani verso il tennis ai massimi livelli, soppiantando persino la nazionale italiana di calcio che sta attraversando un momento particolarmente complicato. La verità è che il nostro Paese non aveva mai avuto un giocatore del calibro di Sinner nell’era moderna, un campione capace di trascendere i confini nazionali diventando il leader del circuito maschile insieme al suo grande rivale Carlos Alcaraz. Il 24enne di Sesto Pusteria può già essere annoverato fra i migliori sportivi italiani di tutti i tempi e la sensazione è che sia soltanto all’inizio della sua cavalcata.
Il numero 2 del mondo ha concluso un’altra annata strepitosa, in cui ha vinto due Slam e sei titoli complessivi nonostante abbia dovuto saltare tre mesi a causa del ban inflittogli dalla WADA. Jannik ha trionfato agli Australian Open (per il secondo anno di fila) e a Wimbledon, diventando il primo italiano di sempre ad imporsi a Church Road. Come se non bastasse, il fuoriclasse italiano si è aggiudicato anche l’ATP 500 di Pechino, l’ATP 500 di Vienna, il Masters 1000 di Parigi e le Nitto ATP Finals di Torino (confermando il titolo dopo il successo ottenuto nel 2024). Grazie a questi eccellenti risultati, Jannik ha chiuso l’anno con appena 550 punti di ritardo da Alcaraz giocando molti meno tornei.
Ospiti del programma ‘Deejay Chiama Italia‘ su Radio Deejay, le due leggende del tennis italiano Adriano Panatta e Paolo Bertolucci hanno analizzato l’effetto Sinner tra il serio e il faceto. “Ci fermano continuamente per strada domandandoci come sta Jannik o cose del genere. La verità è che non lo sappiamo, io l’ho visto un paio di volte in vita mia. L’ho salutato e gli ho fatto i complimenti, basta” – ha detto Panatta con la solita schiettezza. “Perché sono emersi così tanti giocatori italiani in poco tempo? Secondo me è un caso. La Germania non ha avuto nessun tennista rilevante per molto tempo e poi sono arrivati Boris Becker, Michael Stich e Steffi Graf tutti assieme” – ha aggiunto. Bertolucci è dello stesso avviso: “Nello sport esistono i cicli, a volte capitano a livello maschile e altre volte a livello femminile. Ora tocca a noi essere in vetta e dobbiamo goderci questo momento.”

