Le parole della tunisina al ‘The National’ sono le prime da quando quattro mesi fa ha deciso di prendersi una pausa dal tennis

Sono passati quattro mesi da quando Ons Jabeur – tramite un messaggio condiviso sui Social – annunciava di prendersi una pausa dal tennis, senza essere in grado di dire quando e se sarebbe tornata. Per la prima volta da quel momento, la giocatrice tunisina ha rilasciato un’intervista al ‘The National’, dove ha parlato di come trascorre le sue giornate lontane dal tennis. ““La mia pausa sta andando bene. Sto scoprendo un po’ la vita al di fuori del tennis. Sono stata impegnata con diverse cose, la fondazione, l’accademia. Sto cercando di lanciare anche nuovi progetti, quindi è stato divertente”.
Inevitabile la domanda su un possibile ritorno, che seppur ancora lontano sembra essere comunque nelle idee di Jabeur. “Non mi ritirerò, come molti pensano, un giorno tornerò. Voglio solo divertirmi e quando la mia mente e il mio corpo mi diranno che sono pronta e che vorrò tornare, allora tornerò“. La tunisina spiega anche quali sono stati i motivi che l’hanno spinta a prendersi una pausa, lei che solo qualche anno fa era ai vertici del ranking WTA e ha sfiorato il successo a Wimbledon in due occasioni. “Il posto felice, il posto dove trovo la mia gioia (il tennis ndr.), all’improvviso è diventato la mia tristezza e, in pratica, il posto che mi ha causato la depressione. Ero un po’ spaventata e pensavo: ‘E se non trovassi mai più la gioia sul campo da tennis?’ Ma non credo che sarà così“.
Infine Jabeur si sofferma sulle reazioni del mondo del tennis, e non solo, all’annuncio del suo periodo di pausa, travolta da un’ondata di affetto per una delle giocatrici più apprezzate del circuito WTA. “Onestamente non mi sarei mai aspettata che la gente mi inviasse così tanto affetto, da diverse giocatrici, ai miei sponsor, alla mia famiglia, alle persone che mi conoscono e mi capiscono. Altri tennisti e tenniste si sono ritrovati in quello che provavo io. E ho sentito che non solo stavo aiutando me stessa in questo, ma stavo aiutando anche loro. Ho pensato: ‘Sì, in fondo sono un essere umano’ Posso sentirmi così,“

