Ormai è una battaglia senza esclusione di colpi. Una battaglia all'ultimo voto. Come è noto, tra qualche settimana le federazioni saranno chiamate a votare la riforma per la Coppa Davis. L'ITF spinge per organizzare un evento in sede unica, con 18 squadre. I dettagli stanno uscendo alla spicciolata: si giocherebbe a Lille, nel gigantesco Stade Pierre Mauroy, e il montepremi sarebbe di 27 milioni di dollari (con 2,5 destinati al paese vincitore). Prima di passare ai fatti, tuttavia, c'è l'ostacolo dell'assemblea ITF, che quest'anno si terrà a Orlando. Affinché la proposta passi, c'è bisogno del 66,6% delle preferenze. Come è ovvio, non tutte le federazioni hanno lo stesso potere decisionale: le cinque associazioni più potenti (Stati Uniti, Australia, Francia, Gran Bretagna e Germania) hanno a disposizione 12 voti, mentre la categoria immediatamente successiva (di cui fa parte anche la FIT) “peserà” per 9 voti. Le preferenze della Francia, dunque, saranno molto pesanti. Circa un mese fa, un referendum interno ha fatto passare la linea del presidente Bernard Giudicelli, favorevole al cambiamento. Con il 60% delle preferenze, ha ottenuto il via libera per votare “sì” il prossimo 16 agosto. Tuttavia, è in ballo una questione riguardante lo stesso Giudicelli: sembra che l'ITF stia precipitosamente tentando di trovare un emendamento per consentirgli di rimanere nel Consiglio d'Amministrazione e spingere per le riforme, anche perché si tratta del presidente del Comitato di Coppa Davis. Regole alla mano, infatti, dovrebbe essere rimosso perché lo scorso anno ha ricevuto una condanna nell'ambito della giustizia ordinaria. Ha perso una causa per diffamazione e dovrebbe pagare una sanzione di 15.700 dollari, anche se fino alla scorsa settimana aveva la possibilità di presentare ricorso.