Pur essendo considerato la culla del tennis, l’All England Club non ha mai smesso di rinnovarsi, dimostrandosi sempre un passo avanti rispetto agli altri major. E il nuovo progetto, finalmente approvato dal consiglio locale, traccia un ulteriore, decisivo solco (FOTO)

Wimbledon, il tempio del tennis. Wimbledon, il guardiano della storia. Il torneo ultracentenario organizzato dall’All England Lawn Tennis and Croquet Club viene visto quasi sempre attraverso la lente della tradizione. Eppure, soprattutto negli ultimi anni, il Club ha accelerato sull’innovazione. Tanto che lo slogan dell’edizione 2023 era «Always like never before», che si potrebbe tradurre più o meno come «Sempre come mai prima», una formula un po’ criptica che sembra voler combinare proprio la tradizione con la capacità di reinventarsi.

E le novità degli ultimi anni sono state tante: le più evidenti il tetto (contro il quale c’era stata una lunga resistenza, malgrado le piogge londinesi) sul Centre Court e sul Campo n.1, le partite nella «domenica di mezzo», finora sacra al riposo, lo sfruttamento commerciale di un brand conosciuto in tutto il mondo e da sempre sottoutilizzato, e, quest’anno, un’iniziativa di marketing internazionale come «The Hill in New York», che ha replicato Henman Hill con un maxischermo a Brooklyn, e il videogame «WimbleWorld». Marketing e digitale restano al centro degli sforzi dell’All England Club, ma nel futuro del più antico dei quattro tornei del Grand Slam c’è anche qualcosa di più tangibile, una trasformazione epocale paragonabile al trasloco del 1922 da Worple Road all’attuale sito in Church Road.

Già trent’anni fa il Club aveva acquistato dal quartiere di Merton il terreno al di là di Church Road, ma finora non era riuscito a utilizzarlo (se non per la famosa «queue», la coda degli appassionati speranzosi di accaparrarsi un biglietto last-minute, e qualche parcheggio) per la presenza di un circolo di golf, con il quale finalmente nel dicembre scorso è riuscito (a caro prezzo, 55 milioni di sterline) a disdire il contratto di affitto. I piani sono grandiosi, con un investimento di 200 milioni di sterline da portare a termine entro il 2030: la costruzione di un terzo «show court», il Parkland, con una capienza di 8mila spettatori, la metà del Centrale, 38 campi in modo da poter spostare qui le qualificazioni finora tenute a Roehampton nel vecchio circolo della Bank of England, un tunnel per il collegamento con il sito principale e le aree dedicate ai giocatori. Attorno, un parco pubblico di più di 9 ettari con il bel lago che verrebbe ripulito e reso accessibile.

«E’ un’opportunità unica non solo per rafforzare la posizione di Londra come leader mondiale degli eventi sportivi, ma anche di creare uno straordinario nuovo parco pubblico per la comunità locale», ha detto Sally Bolton, CEO dell’All England Club.

Il comitato di pianificazione del Merton Council ha approvato la proposta giovedì sera, ma il piano deve ancora affrontare l’opposizione locale e ulteriori approvazioni tra cui quella del comitato di pianificazione del Consiglio di Wandsworth.

E’ infatti proprio dalla comunità locale che stanno arrivando le immancabili rimostranze, ma alle obiezioni di chi sostiene che si tratta di un progetto privato a scapito del pubblico e che devasterà il verde, il Club risponde che l’area è chiusa al pubblico da oltre cent’anni per l’uso golfistico e ora verrà in parte aperta (compreso l’uso di alcuni campi) e che, se verranno tagliati degli alberi, verranno salvati tutti i «veterani» e verranno piantati oltre 1500 alberi ad alto fusto, con un miglioramento della biodiversità.

Il nuovo Parkland Court sarà più basso degli alberi più alti e ammantato di verde e rampicanti. Il nuovo progetto, secondo il Club, genererà più di 250 posti di lavoro e una spinta di 38 milioni di sterline all’economia di Londra.
L’All England Club senza dubbio trarrà ispirazione da quel che è successo a Parigi, dove pure la proposta espansione del Roland Garros nelle cosiddette «Serres d’Auteuil», che senz’altro avrà fornito uno stimolo allo Slam londinese per agire a sua volta, aveva incontrato una durissima resistenza, ma è stata finalmente inaugurata quest’anno con un record di pubblico.