Le parole del campione serbo nel media day dei Championships: la sua corsa inizierà verso il titolo contro Alexandre Muller

Foto Ray Giubilo

LONDRA – “Il mio obiettivo è quello di continuare a giocare per altri sette anni, ma sono consapevole che questa potrebbe essere la mia ultima volta a Wimbledon“. È un Novak Djokovic senza filtri quello che si è presentato in conferenza stampa durante il media day dei Championships, subito dopo la numero uno al mondo Aryna Sabalenka, con la quale si è allenato nei giorni scorsi e con cui si è reso protagonista di un simpatico siparietto poco prima di sottoporsi alle domande della sala stampa. Il serbo, che inizierà contro Alexandre Muller la sua corsa sull’erba dell’All England Club, dove lo scorso anno ha raggiunto la finale perdendo solamente da Carlos Alcaraz, sembra avere le idee ben chiare sulle sue possibilità di vittoria: “Questa è sicuramente l’opportunità più grande che avrò d’ora in avanti per conquistare il 25° titolo del Grande Slam, per quello che ho fatto qui durante la mia carriera e per come riesco ad esprimermi su questi campi“.

Nole ha poi aggiunto: “Potrebbe essere il mio ultimo ballo qui, come potrebbe esserlo stato anche agli Australian Open o al Roland Garros. Per tanto tempo nella mia carriera mi sono trovato nella situazione di dover difendere un titolo o la prima posizione del ranking mondiale. Adesso è completamente diverso, perché l’obiettivo non è la classifica, ma provare ad arrivare in fondo in ogni torneo che gioco, soprattutto negli Slam. Anche se il mio livello di tennis appare più discontinuo negli ultimi anni, negli Slam sento di poter essere ancora molto competitivo e i risultati di quest’anno lo dimostrano con la semifinale a Melbourne e Parigi. È quello che voglio e sono soddisfatto per questo. Mi sono allenato bene questi giorni e vedremo come andrà“.

In un passaggio della conferenza, Djokovic ha parlato anche della rottura tra Sinner e la coppia Panichi-Badio, con cui anche il serbo ha collaborato: “Io ho lavorato con Marco Panichi e Uli Badio, e penso che entrambi siano dei professionisti fenomenali, entrambi hanno contribuito tanto ai miei successi e del mio team. Non so quali siano le ragioni che hanno portato alla separazione con Jannik. È stata una sorpresa anche per me perché penso che il gioco di Jannik e il fisico di Jannik siano migliorati molto nell’ultimo anno/anno e mezzo. E loro sono stati una parte integrante del team. A essere onesto, quindi, ripeto, non so perché si siano separati. Ma i cambiamenti possono succedere. Non è solo necessariamente qualcosa legato a un aspetto professionale, magari può essere anche qualcosa di più privato. Ci possono essere tanti fattori che ti portano a decidere a voler lavorare o a non voler più lavorare con qualcuno“.