Nessuno conosce i proprietari delle squadre dell’International Premier Tennis League. Il draft è stato quasi “clandestino”. Agassi e Sampras mostrano qualche incertezza.
Agassi e Sampras dovrebbero giocare a Singapore e Mumbai
Di Riccardo Bisti – 4 marzo 2014
Primi problemi per l’International Premier Tennis League, il maxi-evento che dovrebbe colorare la off-season, Che qualcosa non andasse si era capito durante il “draft” di domenica, cui hanno partecipato soltanto quattro squadre e sono stati selezionati 28 giocatori (mentre alla vigilia ne erano stati presentati 71). Tuttavia, a rose ultimate, ci sono ancora diversi dubbi. Per esempio, non si sa sa chi siano i proprietari delle quattro squadre in campo (Singapore, Mumbai, Dubai e Bangkok). E pensare che sono stati investiti circa 24 milioni di dollari. Con un dettaglio: i giocatori non sanno ancora da chi saranno pagati. L’IPTL ha preso spunto dall’Indian Premier League di cricket, il cui draft avvenne nel 2008. L’evento fu trasmesso in diretta TV e si tenne nella sala da ballo del più lussuoso hotel di Mumbai. L’equivalente tennistico è stato un evento quasi…clandestino. Sappiamo soltanto che l’asta si è tenuta presso l’Oberoi Hotel di Dubai e che tutti i migliori (tranne Wawrinka, Ferrer e Radwanska) hanno trovato la loro squadra. Tuttavia, l’IPTL non ha dato alcuna conferma sugli ingaggi dei giocatori, e non si sa se saranno resi noti in futuro. L’unica indiscrezione riguarda Rafael Nadal, che dovrebbe intascare 1 milione a partita. Djokovic e Murray dovrebbero raggiungere un guadagno a sette cifre con un impegno di tre serate. Nel frattempo, il programma è stato snellito: l’evento durerà 16 giorni contro i 23 inizialmente previsti (terminerà il 13 dicembre e non il 20). Sarà una specie di circo itinerante, in cui ogni squadra giocherà le partite interne in una finestra di tre giorni. Gli “Icon Players” (Nadal, Djokovic, Murray, Serena Williams…) dovrebbero essere disponibili solo per un periodo di tre giorni, per le sole partite in casa, evitando così troppi disguidi logistici. L’assegnazione dei giocatori alle rispettive città si è svolta tenendo conto del programma invernale di ciascun giocatore. Andy Murray, per esempio, giocherà le tre partite interne del team di Bangkok nel periodo dal 2 al 4 dicembre, in modo da spostarsi subito a Miami per la preparazione invernale.
Questa è stata una delle ragioni per cui l’evento di domenica non è stato trasmesso in TV. Secondo gli organizzatori, è stato più un “processo collaborativo” piuttosto che una vera gara in cui le varie franchigie cercavano di accaparrarsi i migliori. “Non so cosa abbiano pensato gli altri, ma io ero piuttosto nervoso – ha detto Mahesh Bhupathi – abbiamo cercato di creare il giusto mix e credo che le quattro squadre siano equilibrate”. Al draft hanno partecipato 15 persone: sette organizzatori e due rappresentanti per ogni città. Ma i misteri restano. I giocatori volevano sapere i nomi dei proprietari prima di accettare, mentre i proprietari erano riluttanti a scoprirsi prima di sapere quali giocatori avrebbero partecipato. Alcune indiscrezioni sostengono che Bhupathi abbia fatto da tramite con i giocatori, chiedendo di avere fiducia nel progetto anche in una fase in cui le dinamiche di business non sono molto chiare. Le rose sono accattivanti, ma c’è un difetto di fondo: se ogni giocatore-icona giocherà le sole gare interne, sarà praticamente impossibile vederne almeno due in contemporanea. La sfida Djokovic-Nadal, per esempio, non dovrebbe esserci. E gli spettatori di Singapore, Dubai e Bangkok, non avranno la possibilità di vedere Rafa, le cui esibizioni si limiterebbero a Mumbai. D’altra parte, creare un torneo perfetto in periodo di off-season era quasi impossibile. Bhupathi sta facendo del suo meglio, ma non è facile. Sui proprietari delle squadre, nel frattempo, prosegue il mistero. Un portavoce IPTL ha detto: “Ogni investitore si rivelerà al più presto, spiegando le proprie motivazioni e scelte”.
Tra i giocatori coinvolti ci sarebbero anche Andre Agassi e Pete Sampras, protagonisti di una sfida-amarcord durante il World Tennis Day. Tuttavia, a sentire le loro dichiarazioni, la partecipazione non è poi sicura. Il team di Singapore dovrebbe giocare dal 28 al 30 novembre, nel periodo in cui ci sarà la festa del Ringraziamento, molto sentita negli Stati Uniti. “Io ho dato l’ok per giocare a dicembre – ha detto Agassi – le mie condizioni sono molto semplici: non posso stare fuori casa più di 5 giorni, viaggi compresi. Posso certamente giocare tre partite, ma se iniziamo a parlare di 6-7 giorni è un problema: ho la mia famiglia e progetti di lavoro di cui sono responsabile”. Quando ha saputo che dovrebbe giocare durante il Ringraziamento, Agassi si è subito messo in contatto con gli organizzatori. “Stiamo cercando un modo affinchè nessuno sia piantato in asso”. Nemmeno lui ha idea di chi siano i proprietari. “Non ho questa informazione”. Anche Sampras non ha certezze. “Non so se giocherò. Ero in viaggio ed è accaduto tutto negli ultimi giorni. Spero che accada, mi sembra un tentativo. Mi fa piacere giocare, ma c’è ancora tutta una strada da percorrere. Dovrei giocare tre partite in un paio di città, forse Mumbai e Dubai, ma stanno ancora lavorando sul programma”. Sampras ha poi difeso i giocatori, accusati di volere una stagione più corta ma poi spesso impegnati in esibizioni. “Si sa che i tennisti sono attratti dal guadagno, poi non dovrebbe essere un grosso impegno. Credo che anche io farei la stessa cosa”.
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