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Marco Caldara
02 November 2018

Un punto salva Garbine, un game tradisce la Garcia

L'interesse verso il torneo non sarà elevatissimo, ma di certo al "Masterino" di Zhuhai non manca il pathos. Una Muguruza nervosa si prende la semifinale cancellando tre match-point alla Sevastova nello scontro diretto, e punta a chiudere in bellezza un 2018 da dimenticare. Caroline Garcia, invece, saluta il torneo per un solo game di differenza.
La differenza di attenzione fra le WTA Finals vere e proprie e il WTA Elite Trophy di Zhuhai è enorme, e la collocazione del “Masterino” non aiuta, visto che si gioca a stagione ormai terminata. Tuttavia, in attesa che i due eventi si scambino la data come accadrà dal 2019 (quando si giocheranno entrambi in Cina), quest’anno il torneo di Zhuhai si sta rivelando quantomeno più avvincente di un Masters che invece ha offerto poche sorprese e non troppo spettacolo. A Singapore non ci sono stati particolari calcoli o colpi di scena: sono arrivate in semifinale due giocatrici imbattute, e quella che ha meritato di più si è presa il titolo. Nulla a che vedere con ciò che è successo nel venerdì folle di Zhuhai, dove grazie alla formula diversa – invece di due gironi da quattro se ne giocano quattro da tre, con le giocatrici impegnate in un match in meno – per decidere due delle quattro semifinaliste sono stati determinanti i dettagli. Nel caso di una nervosa Garbine Muguruza, che durante il match se l’è anche presa con un cameraman che riprendeva un suo coaching da (secondo lei) troppo vicino, è stato decisivo un solo punto. La spagnola, a quota una vittoria come l’avversaria Anastasija Sevastova, ha dovuto cancellarle tre match-point sul 5-4 del terzo set in una sorta di scontro diretto, prima di spuntarla per 6-7 6-2 7-6 e restare in corsa per una semifinale che darebbe un po’ di colore a una stagione particolarmente grigia, che l’ha vista scivolare al numero 17 del mondo, con un solo titolo all’International di Monterrey. Sembrava che nel 2017 il suo problema principale fossero gli infortuni, mentre quest’anno è riuscita a farsi male meno, ma i risultati sono andati peggiorando. Un successo sarebbe il modo migliore per chiudere un’annata buia e ripartire.
UN INTERO GIRONE DECISO DA UN GAME
Questi – ha detto la spagnola – sono gli incontri che valgono. È stata lunga, difficile, ho dovuto cancellare dei match-point, ma non ho perso il coraggio e l’entusiasmo. Sono qui per giocare delle partite di qualità, e questa mi dà tanta fiducia. Domani mi aspetto un’altra battaglia”. La sua prossima avversaria sarà Madison Keys, che grazie alla vittoria di mercoledì contro Daria Kasatkina si era garantita la possibilità di passare in semifinale anche in caso di sconfitta contro Qiang Wang, purché conquistasse almeno un set. È esattamente ciò che ha fatto, vincendo il primo per 6-1 prima di rilassarsi e sparire dal campo, lasciando il successo alla tennista di casa, a segno per 1-6 6-3 6-1. L’altra semifinale sarà invece fra la campionessa in carica Julia Goerges e Ashleigh Barty, vincitrice dell’equilibratissimo Gruppo Orchidea. Tutte le tre protagoniste hanno vinto un match ciascuna, e anche con punteggi molto simili, tanto che a decidere la promossa è stato solamente un game. Caroline Garcia è scesa in campo con la certezza che un successo contro Aryna Sabalenka le avrebbe consegnato la semifinale solo se avesse perso meno di 8 game, invece la francese ne ha persi esattamente otto, spuntandola “solo” per 6-4 6-4. È stata a un solo gioco dal passaggio del turno sul 6-4 5-3, ma la bielorussa ha tenuto il servizio e ha spedito in semifinale la Barty, che lei stessa aveva battuto nella giornata inaugurale. Decisivo, a favore dell’australiana, il fatto che il suo successo (sulla Garcia) sia arrivato per 6-3 6-4, mentre le due compagne di gruppo hanno ceduto entrambe un gioco in più. Intrecci che danno un pizzico di fascino a un torneo che almeno sin qui non ha saputo far breccia nel cuore degli appassionati, locali e non.
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