Sono passati esattamente quattro mesi dal divorzio fra Jannik Sinner e lo storico coach Riccardo Piatti, che ha portato l’altoatesino a stravolgere tutte le sue abitudini. La guida è passata a Simone Vagnozzi e il bilancio del primo periodo insieme è così così: i risultati in campo sono stati buoni, ma i problemi fisici ci hanno messo troppo spesso lo zampino influenzando il giudizio complessivo. Passi l’influenza di Indian Wells, che può capitare così come le vesciche di Miami (anche se si tratta di un problema storico che pareva risolto), mentre i problemi all’anca di Roma e quelli – ancora più gravi – al ginocchio del Roland Garros hanno fatto venire qualche dubbio sulla gestione del campioncino di Sesto Pusteria, che da certi infortuni era sempre riuscito a tenersi alla larga. Tuttavia, pare che Sinner abbia capito la necessità di intervenire alla ricerca di una soluzione, e dopo la terapia d’urto di febbraio sta ricostruendo passo dopo passo il suo nuovo team. Prima ha deciso di puntare sul fisioterapista francese Jerome Bianchi, uomo di grande esperienza con trascorsi a fianco di Wawrinka, Sharapova e più recentemente di Stefanos Tsitsipas all’accademia di Mouratoglou, mentre è di qualche giorno fa la notizia della nuova collaborazione col preparatore atletico Umberto Ferrara, che già aveva lavorato con Vagnozzi quando il coach ascolano si trovava sulla panchina di Marco Cecchinato, guidato in quel periodo fino alla celebre semifinale al Roland Garros.
In realtà, la scelta di Bianchi non è stata dettata dalla volontà di Sinner ma da una decisione del precedente fisioterapista Paolo Cadamuro, che ha dovuto rinunciare all’incarico iniziato con la gestione Vagnozzi a causa di un problema di salute che gli avrebbe impedito di viaggiare con continuità. Ma la buona notizia è che Sinner ha trovato in fretta una figura di alto profilo come Bianchi e ora anche Ferrara: due che hanno già l’esperienza del lavoro ad altissimi livelli e saranno subito chiamati a risolvere le difficoltà incontrate da Jannik dal punto di vista fisico, per questioni non meglio identificate. Lo stesso Sinner ha imputato certi problemi alla crescita ossea non ancora completa, ma secondo il suo vecchio fisioterapista Claudio Zimaglia (del team Piatti) il problema non è da cercare in un fisico fragile che non gli appartiene, bensì nei cambi di programmazione nel periodo della rottura con Piatti. Jannik avrebbe dovuto svolgere alcune settimane di preparazione una volta rientrato dall’Australian Open, poi il caos personale e logistico di quel periodo ha stravolto ogni programma e senza il giusto allenamento fisico è andata a finire come tutti sanno, con troppi stop a mettergli i bastoni fra le ruote privandolo di tante opportunità, a Miami e Parigi in primis. Quando si cambia staff a vent’anni un periodo di adattamento è normale, perché il nuovo staff deve non solo conoscere la persona ma anche il suo corpo e le sue abitudini, ma qualche errore c’è stato ed è giusto soffermarsi su quelli, anche perché senza gli infortuni il bilancio della stagione disputata sin qui da Jannik sarebbe ben diverso.