Al termine del torneo di Wimbledon, che ha permesso a Novak Djokovic di agguantare lui e Nadal alla stratosferica cifra di 20 titoli Slam ciascuno, Roger Federer ha detto di essere soddisfatto del suo torneo. Un pizzico di verità c’è sicuramente, visto che non giocava uno Slam da un pezzo e aveva rischiato grosso già al primo turno, quando Adrian Mannarino non è andato così lontano dall’impresa. Ma i quarti di finale in un torneo del Grande Slam non possono certo essere l’obiettivo di Federer per l’ultima parte della sua carriera. Visto quanto ha vinto e quanto ha dato alla storia della racchetta, qualche piazzamento in più qua e là non fa alcuna differenza, quindi è naturale che nei ragionamenti sul suo futuro entri in gioco anche la competitività, ben lontana da quella dei suoi periodi migliori. Già da tempo il campione svizzero aveva cerchiato in rosso sul suo calendario le Olimpiadi di Tokyo 2020, per provare a conquistare quella medaglia d’oro che ha saputo mettersi al collo soltanto in doppio. La pandemia che ha causato lo slittamento in avanti dei Giochi, unita ai suoi – ormai ripetuti – guai al ginocchio, gli ha fatto un brutto scherzo, portandolo al forfait da un evento a Cinque Cerchi nel quale comunque non sarebbe stato fra i favoriti.
Il problema vero è che con la rinuncia a Tokyo lo svizzero ha smarrito l’ultimo grande obiettivo della sua carriera, che si traduceva in una delle motivazioni necessarie per continuare ad allenarsi a quasi quarant’anni, con quattro figli, un palmarès incredibile e la possibilità di dedicarsi ad altro senza battere ciglio. Parigi 2024, infatti, è troppo in là anche solo per pensare di partecipare, e visto che difficilmente lo rivedremo in grado di lottare per i titoli che contano, viene spontaneo pensare che l’idea di dire basta lo stia toccando sul serio, come sostiene il giornalista statunitense Steve Flink, il cui servizio al mondo della racchetta gli è valso nel 2017 l’inserimento nella Hall of Fame di Newport. Magari Roger riuscirà a scacciar via il pensiero questa settimana, dato che insieme alla famiglia si è recato nell’accademia di coach Ivan Ljubicic sull’isola di Losinj (Croazia), dove è stato visto scambiare qualche palla con la figlia Myla Rose e l’ex calciatore Thierry Henry, reduce dagli Europei di calcio (è assistente della nazionale belga). Ma prima o poi, come lui stesso ha spiegato a Wimbledon, una decisione sul suo futuro lo svizzero la dovrà prendere, e la recente promessa di rientrare “nel corso dell’estate” non sembra dare chissà quali garanzie.