Elogio del quinto set (e del cuore di Monfils)

Negli Slam sulla distanza lunga il tennis cambia fisionomia, regole, parametri. A Parigi è già stato registrato il record di match finiti al quinto set, ben 20 solo al primo turno e in più di metà dei casi chi era in testa dopo tre set ha finito per perdere. E la grande serata di papà Monfils ha acceso il centrale

foto Ray Giubilo

PARIGI. Il tennis su cinque set è un altro sport, rispetto a quello due-su-tre. Lo sentiamo ripetere spesso ed è difficile non essere d’accordo. Nel nostro sport è una delle poche cose sopravvissute ai tempi moderni, una caratteristica che differenzia i tornei del Grande Slam dal resto del circuito, una occasione - quando scocca la scintilla giusta tra i giocatori - di battaglie epiche, un’arma in più per i giocatori più forti. «Quando giochi due su tre - ha detto Zeppieri - hai la sensazione di poter battere tutti, sulla lunga distanza invece superare un campione diventa una montagna molto più faticosa da scalare...». Il primo turno del Roland Garros passerà alla storia: venti partite si sono concluse al quinto set - record nei tornei del Grande Slam dell’era Open - e solo ieri cinque incontri sono durati più di quattro ore, con il record stabilito dalla rimonta di Vavassori su Kecmanovic (5 ore e 10 minuti), in una partita perfetta per spiegare certe sensazioni. «A un certo punto pensavo a sopravvivere, più che a vincere, poi ho visto il mio avversario vomitare e mi sono sentito rinfrancato», ha spiegato l’italiano. A proposito di rimonte, c’è da sottolineare che nel primo turno parigino undici volte su venti il risultato finale ha sovvertito quello alla fine del terzo set. Per capirci meglio, se le partite si fossero chiuse sulla distanza breve Vavassori e Zeppieri sarebbero già a casa, e Medvedev si troverebbe ancora sulla strada di Sinner.

Per giocare cinque set bisogna avere un fisico bestiale, gran cuore e un orgoglio smisurato. Tutte qualità che ieri ha mostrato in gran misura il buon Monfils, uno dei beniamini del pubblico, non solo francese. Colpi spettacolari e il solito splendido sorriso, ha vinto contro Baez una partita incredibile, conclusasi a mezzanotte passata. A causa di un lungo infortunio Gael - 37 anni il primo settembre - non vinceva una partita da agosto ed era scivolato al 394º posto del ranking. Contro l’argentino l’ha spuntata rimontando da 0-4 al quinto set facendo valere anche la sua lunga esperienza in questo tipo di partite. Per lui infatti è stato il 38ª incontro finito al quinto set, per Baez appena il terzo. «Forse è stata la mia partita più bella - ha detto Monfils nella notte - quando ero sotto 3-0 nel quinto mi sono detto: “Non ho ancora vinto una partita da quando sono diventato padre e mia figlia è a Parigi”. Mi sono rilassato, ho creduto in me e ho preso l'energia del pubblico». Cuore di papà, cuore da quinto set.

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