di Lorenzo Ercoli
25 February 2021

Miami Open, taglio netto al montepremi. Isner non ci sta: "L'ATP è un sistema guasto"

La furia social di John Isner dopo l'annuncio del taglio al montepremi del Miami Open

Foto Ray Giubilo

Dopo aver ufficializzato le date e le modalità di ingresso, il Miami Open opera un forte taglio al montepremi dell'edizione 2021. Con ogni probabilità quello del combined della Florida è il prize money che più di tutti ha risentito della pandemia, infatti da un totale di 16.7 milioni di dollari si passerà a 6.68 milioni di dollari (3.34 milioni di dollari a testa per ATP e WTA). I vincitori dei due tornei prenderanno 300.110 dollari, contro la cifra di 1 milione e 354 mila dollari vinta nel 2019 da Roger Federer ed Ashleigh Barty. Il torneo accoglierà pubblico per una capienza del 20% e questo è uno dei motivi che ha portato l'organizzazione a dare un taglio netto alle somme destinate ai giocatori, se la percentuale di spettatori ammessa dovesse aumentare, non è escluso un incremento del prize money.

La notizia ha subito acceso il dibattito tra i giocatori, il più attivo è stato John Isner che su Twitter ha dedicato diverse righe all'argomento: "L'ATP è un sistema guasto. Giocatori e partner devono lavorare insieme, il taglio del 60% al montepremi complessivo e dell'80% ai vincitori non può andare bene in uno degli eventi più grandi del circuito che ha contratti con le televisioni, sponsor ed entrate dal gioco d'azzardo - argomenta l'atleta americano -. Che ne dite di vedere quanto i tornei stiano effettivamente perdendo? E dopo vedere come strutturare e ripartire il prize money. Il tennis è uno sport afflitto da conflitti e mancanza di trasparenza. NBA, MLB, NHL e PGA, guardate la loro struttura e i modelli di entrate per i loro atleti". Isner si avvicina poi alla conclusione dei suoi tweet che hanno riscosso molto successo: "I promotori possiedono risorse e hanno tempo infinito per monetizzare i loro asset, noi giocatori invece abbiamo poco tempo per massimizzare il nostro talento. Questo è un sistema guasto".

Alla conversazione si è aggiunto anche Kevin Anderson, presidente dell'ATP player council: "Naturalmente noi capiamo che questi tornei perdono grosse entrate e sponsor quando si gioca senza pubblico. Molti eventi faticano economicamente e alcuni rischiano di andare in perdita, quindi è giusto negoziare per permettere a queste manifestazioni di svolgersi. Ripartire il montepremi sulla base del pubblico ammesso è sicuramente un'opzione, non rende tutti felici ma è qualcosa di necessario per giocare".

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