Tornato in campo un mese dopo l’eliminazione a Wimbledon, la trasferta nordamericana di Jannik Sinner è iniziata con una sconfitta. L’altoatesino cede a Christopher O'Connell con il punteggio di 7-6(7) 6-4 e saluta prematuramente l’Atlanta Open, che lo vedeva al via come numero due del seeding. Nell’arco della sfida Sinner non ha potuto mai usufruire di palle break, ma nel tie-break del primo parziale ha avuto a disposizione tre set point, due sul proprio servizio: “Non sto passando un momento semplice. Nel primo set ho avuto delle chance e non le ho capitalizzate, in una di queste non avessi preso il nastro avrei fatto ace e forse avremmo parlato di un’altra partita. Alla fine però posso solo complimentarmi con Christopher”. Quella di Atlanta porta a quattro il numero di sconfitte consecutive del classe 2001, che non vince dal match di terzo turno del Roland Garros contro Mikael Ymer: “La partita di oggi e quelle contro Draper e Fucsovics alla fine si sono decise in lotta, magari non ho sfruttato delle occasioni, ma non sono preoccupato. Io faccio sempre il possibile per vincere, lotto tutti i punti e non mi lamento mai - rimarca l’azzurro -. Le persone a me vicine sanno che il tennis è praticamente la mia vita e sanno quanto investo ogni giorno per migliorarmi. Forse questo è un momento non troppo positivo, ma ce la sto mettendo tutta: non so quando ce ne tireremo fuori e onestamente non voglio pensarci troppo. Prima di arrivare negli Stati Uniti sapevo sarebbe stata una trasferta dura e sono pronto ad affrontarla: qui ad Atlanta sono ancora in corsa nel doppio e poi spero di fare bene a Washington”.
Per la prima volta dal 2019 - a cavallo tra gli ITF M25 di Trento e Santa Margherita di Pula - Jannik si è preso una pausa di un mese dalle competizioni (escludendo off-season ed interruzione del circuito). Un’occasione per fare ordine e lavorare senza la pressione di dover subito tradurre i nuovi diktat in partita, anche se il lavoro con Piatti ha principalmente rinforzato le armi già a disposizione del giocatore: “Più che sul cambiamento, ci siamo concentrati sul miglioramento. Su dritto e servizio abbiamo cambiato un po’ la tecnica, ma non abbiamo stravolto niente e ci siamo concentrati su ciò che già avevo nel mio arsenale - spiega Sinner, ches sottolinea anche il grande lavoro svolto sulla parte fisica -. Ad essere sincero in allenamento mi sento bene, in partita forse un paio di volte non mi sono sentito al meglio, ma credo possa anche essere normale specialmente a 20 anni. Tutto ciò che facciamo va verso una direzione, quella di trasformarmi in un giocatore migliore ed il più completo possibile tra qualche anno. Questo non vuol dire che io non possa vincere adesso, ma il focus è sempre a lungo raggio”.