Il bisnonno di Franco, Giuseppe Agamennone era nato a Ronchi in provincia di Cuneo nel 1892 e, subito dopo la Grande Guerra, s’imbarcò a Genova sulla Principe di Udine, destinazione Argentina. Cercava un mondo migliore, per sé e per i suoi discendenti. Uno di questi, il 28enne Franco Agamenone (una enne si è persa in qualche ufficio dell’anagrafe argentina), poco più di un secolo dopo, ha fatto il percorso inverso ed è tornato in Italia, non con la classica valigia di cartone ma con una racchetta in mano. Abbiamo allora cercato di riannodare gli esili fili di perdute parentele con l’aiuto di Andrea Tirozzi, ufficiale dell’anagrafe di Cuneo, di Giorgia Mecca della redazione torinese del Corriere della Sera e di Anna Agamennone, ex tennista e lontana, quanto inconsapevole, parente del nostro protagonista. Il quale nel frattempo ha preso la residenza a Lecce e ha spopolato nel circuito ITF, portando a casa in pochi mesi ben cinque trofei, mostrando una grinta (in Argentina la chiamano ‘garra’) e una consapevolezza uniche. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente a Francoforte, dove sta disputando la Bundesliga con la squadra locale, il FTC Palmengarten.
Solo la Bundesliga poteva impedirti di dare la caccia al tuo sesto titolo ITF stagionale.
Sì, mi sono preso una piccola pausa (ride, ndr). Ho giocato lo scorso week-end e giocherò anche il prossimo.
Una scelta obbligata disputare i campionati a squadre?
Se giochi abitualmente nel circuito ITF, alla fine della stagione il tuo bilancio sarà sicuramente in passivo. Quindi sei costretto a fare due o anche tre campionati a squadre.
E proprio dal campionato a squadre è iniziata la tua avventura italiana.
Sì, nel 2018 ho cominciato a giocare per Lecce e mi sono trovato molto bene. Così nel 2020 ho chiesto al mio coach Andrea Trono se fosse possibile trasferirsi in pianta stabile, anche perché io sono da sempre in possesso anche del passaporto italiano.
Il motivo principale di questa scelta di vita?
Innanzitutto un motivo professionale perché in questo modo posso programmare meglio la mia stagione. Già prima stavo comunque in Europa per almeno cinque mesi l’anno, quindi così è più comodo. Poi in Argentina la crisi economica è profondissima e allora qualche tempo fa, assieme alla mia ragazza, abbiamo cominciato a valutare questa opportunità.
Cosa ti manca dell’Argentina?
Fondamentalmente la famiglia: babbo, mamma e fratello. Poi i cugini, due nonne e tutti gli amici. Magari quando passa questa pandemia vengono a trovarci perché ormai è tanto tempo che non li vedo. Per fortuna l’Italia mi piace tantissimo e gli italiani hanno una sensibilità molto simile a quella degli argentini. Insomma mi trovo benissimo.
In Argentina il Covid sta ancora colpendo duro.
Purtroppo si vaccina con grande lentezza e la situazione è molto più grave che in Italia. Io farò il vaccino la prossima settimana quando torno a Lecce anche perché altrimenti, viaggiando tanto, è un bel problema. Tanto per dire qui in Germania, se non sei vaccinato, non puoi mangiare nei ristoranti al chiuso.
E l’asado ti manca?
Ecco quello non mi manca perché fortunatamente a Lecce ho trovato un macellaio che vende della carne ottima, dal taglio argentino.