Giudici di linea, raccattapalle, pubblico sugli spalti e poche mascherine: sulle sponde del Danubio il coronavirus sembra non essere mai arrivato. Mentre il mondo dello sport globale si è rassegnato alle porte chiuse, il Tennis Center Novak è una bolla in clima di festa, quello assaporato nella partita di calcio che ha accolto l’arrivo in Serbia di Thiem, Zverev e gli altri partecipanti. Al netto delle future e comprensibili polemiche, tre top ten impegnati lo stesso weekend sono quasi un’utopia dopo il lungo stop che ci ha costretto in casa. La partenza dell’Adria Tour, favorita a livello di ascolti dal rinvio per pioggia del day 1 dell’Ultimate Tennis Showdown, per il momento sorprende più per il contesto che per i valori visti in campo. Set al quattro e doppia sessione per i giocatori, questo il format della manifestazione che ha debuttato nella capitale serba e che farà poi tappa in Croazia (Zara), Montenegro e Bosnia-Erzegovina (Banja Luka e Sarajevo). L’ultimo evento, in programma il 5 luglio dovrebbe essere teatro della sfida tra Djokovic e Dzumhur.
Sembra di essere in un’altra dimensione, ma al verdetto del campo è difficile sfuggire. Dimitrov e Lajovic tutto sommato seppur ad intensità ridotta, portano a casa un bel match, vinto dal bulgaro con il parziale di 4-3 3-4 4-1. Toccata e fuga per Dominic Thiem, l’austriaco alle spalle ha già altri match ed è il favorito assoluto per fare en plein nel weekend. Per scoprire le sue reali condizioni bisognerà aspettare però la sessione serale dove affronterà Lajovic, la sfida contro Damir Dzumhur infatti giunge alla stretta di mano dopo due giochi. Il bosniaco dopo un paio di quindici chiede l’intervento del medico, prova a tornare in campo, ma rischiare in questo contesto ha poco senso ed opta per il ritiro.