August Holmgren, si gioca oggi l’accesso agli ottavi contro De Minaur. Wimbledon è solo il suo secondo torneo Atp!

Holmgren in Repubblica Domenicana – foto insta

LONDRA – L’ultima favola di Wimbledon ha il sorriso e la bella faccia di August Holmgren, non a caso subito soprannominato “Cinderella Man”, danesone di quasi due metri, laureato in “Arte e performance del teatro” all’università californiana di San Diego (la stessa che ha frequentato Tarvet, un altro semi sconosciuto arrivato qui a sfidare Alcaraz) e che, da numero 192 del mondo (ma è già sicuro di entrare per la prima volta tra i primi 150) ha superato i tre turni di qualificazione e al suo esordio in uno Slam ha prima battuto il francese Halys, numero 46, per 7-6 6-3 6-4 e giovedì ha superato il ceco Machac, testa di serie numero 21, con il clamoroso punteggio 7-6 6-7 6-7 7-5 7-6 (4 ore e 38 minuti la durata del match) per poi scoppiare a piangere tra le braccia del padre. Per il sito dell’Atp Holmgren è diventato il Re delle Rimonte di Wimbledon: nelle qualificazioni è stato un set e un break sotto nelle prime due partite, contro Hussey e Kukushkin, per poi salvare tre match point nel quarto set del match decisivo, contro il giapponese Watanuki, un’altra odissea infinita conclusa 6-4 6-7 3-6 7-6 7-6. L’altro ieri contro Machac si è di nuovo trovato sull’orlo della sconfitta, sul 4-5 0-40 del quarto set ma è riuscito a scamparla un’altra volta, grazie a 81 vincenti, tra cui 35 ace.

A 27 anni Holmgren – che a Londra ha già guadagnato circa 200 mila dollari, quanto aveva messo da parte in tutta la sua carriera – è al debutto in uno Slam ma soprattutto è appena al secondo torneo del circuito Atp: nel 2021 perse le qualificazioni (da Salvatore Caruso) al torneo di casa, a San Diego, fu ripescato come lucky loser e raccolse appena due game contro Dimitrov. Per il resto tanta gavetta, un paio di Challenger in bacheca, e una gran voglia di inseguire la vita anche al di fuori del rettangolo di gioco. «Al college ho imparato questo di me – raccontò tempo fa – che ho bisogno di equilibrio tra il tennis e la vita fuori dal campo. Devo essere felice se voglio giocare bene, perché qualsiasi cosa succeda nella vita, si riflette nel mio tennis. Se trascuro i miei hobby, questa cosa avrà un impatto negativo sul mio gioco. Ho bisogno di altro».
Una filosofia che non va sottovalutata, pensando ai tanti campioni con la testa affollata da fantasmi di cui ascoltiamo le dichiarazioni in questi giorni. «August il martedì andava a ballare la salsa, perché la pista si trovava accanto al suo dormitorio – ha detto Ryan Keckley, suo coach di tennis a San Diego, e che è qui a Wimbledon – il sabato frequentava un corso di surf. Si iscriveva a tutti i corsi possibili, riempiva il suo tempo di cose da fare dalla mattina alla sera». «Non mi piace restare solo, amo fare tante cose, tutte diverse», la filosofia di August.

Eppure questo ragazzone così apparentemente ricco di “hygge” (la sensazione di felicità e benessere che sembra circondi tutti i danesi, beati loro) ha avuto i suoi momenti oscuri. Ne è uscito anche grazie ai consigli di Rune («quando ho avuto un periodo difficile mi ha scritto parole molto interessanti, tra l’altro mi ha detto di cercare piccole gioie, non legate ai risultati», sottolinea August). I suoi progressi sul campo sono invece legati al sodalizio con Frederick Nielsen, che a Wimbledon ha vinto il doppio nel 2012. «Con lui parlo tanto – ha spiegato Holmgren – Fred mi invita a non aspettare che mi regalino la vittoria, a non fare la vittima, mi chiede di assumermi le mie responsabilità, accettando le conseguenze delle mie azioni».
Incantato dal gioco di Federer, Johnny Depp come attore preferito (da uno che ha studiato teatro speravamo però in qualcosa di meno banale…), lettore appassionato di Hesse (dimenticavamo: è anche un ottimo giocatore di tennis tavolo), Holmgren si gode questi giorni di imprevista popolarità. «Sono felice e sorpreso, anzi sorpreso non tanto perché ho grande fiducia nel mio gioco, nel mio servizio. Però che bello poter dire, “hey Wimbledon, ci sono anch’io!”». Oggi affronterà nel terzo turno Alex De Minaur, numero 11 del ranking. Probabilmente un osso troppo duro per lui, ma nulla comunque potrà rovinare la favola di August.