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L’Europa domina, Laver unisce

A Boston si è celebrato lo status quo del tennis: una schiacciante superiorità del Vecchio Continente sul Resto del Mondo. A mettere d’accordo tutti è il totem Laver, già tanti anni fa esempio di classe, lealtà e cortesia quando fu portato a Roma dal grande Carlo della Vida insieme alla troupe di Kramer

Andy Murray: «voglio tornare a giocare a Roma: per smentire mia figlia…»

In Australia per quest’anno non lo vedremo, ma sir Andy non ha nessuna intenzione di mollare, anzi. Come ci ha confermato alla fine della corsa stagione, nel 2020 potrebbe tornare anche a Roma, dove ha vinto nel 2016, e mostrare alla piccola Sophia Olivia che non è vero che papà sul rosso ‘fa schifo’. Torino sede delle Atp Finals lo ha sorpreso ma gli piace, e Berrettini ha un grande futuro

MISTER SLAM: ROD LAVER

Cinquant’anni fa, si compiva la più straordinaria impresa nella storia del tennis: Rod Laver completava il secondo Grand Slam, dopo quello realizzato nel 1962. Giocatore senza reali debolezze, chissà quanti slam avrebbe vinto non fosse passato professionista…

La rivoluzione del 1968

Parigi, maggio 1968. Mentre nella città scoppiano tumulti e proteste, una contestazione che investe tutti gli strati della società francese e mette alle corde il maresciallo De Gaulle, a Roland Garros si gioca il primo Slam aperto anche ai professionisti. Vince Ken Rosewall su Rod Laver, in un torneo che segna l’inizio di una nuova epoca.

1965: discriminato perché professionista

Pierre Barthes scelse di diventare professionista quando i grandi tornei erano riservati ai dilettanti. Fu vittima di varie discriminazioni, tra campagne stampa e accesso negato al Roland Garros. Ma fu anche grazie a lui che il tennis prese coscienza di sé e, nel 1968, iniziò a diventare quello di oggi.

L’Ambasciatore del Tennis non si ferma mai

Prima di recarsi a Miami, Roger Federer ha effettuato una sortita a Chicago per il lancio della Laver Cup, organizzata (anche) dalla sua agenzia di management. “Una deviazione di 4 ore: c'è di peggio, ma è dura” dice il suo agente Tony Godsick. “A 36 anni, il segreto è mantenere la stessa passione” dice lui. Oggi il viaggio riparte contro Kokkinakis.

Orgoglio Laver Cup: “La Davis guarda a noi”

Presentata a Chicago la seconda edizione del maxi-evento che coinvolge alcuni dei più forti. Secondo Federer, le proposte di modifica alla Davis potrebbero aver preso spunto proprio dalla Laver Cup: “Lo prendiamo come un attestato di stima”. Si gioca dal 21 al 23 settembre nell'immenso United Center. Biglietti (cari) in vendita da venerdì.

L’investitura di Laver: “Federer è il GOAT”

Mentre uno stordito Federer inizia le celebrazioni, il grande Rod Laver lo incorona: “È lui il più forte di tutti i tempi. Non si può ignorare Nadal, ma Roger ha superato la prova del tempo”. A 36 anni, lo svizzero sta giocando il miglior tennis di sempre. “Tira il rovescio come non mai, a rete non ha perso smalto e a volte il suo dritto sembra surreale”.

Rod Laver ha scelto: “Punto su Shapovalov”

Il leggendario Rocket sta per arrivare in Australia, dove seguirà Brisbane e il “suo” Australian Open, a 50 anni dall'inizio dell'Era Open e a 30 dal trasferimento a Melbourne Park. “Non posso dimenticare la semifinale del 1969 contro Tony Roche. Il 2018 può essere un anno di cambiamenti: il mio big del futuro sarà…”

Laver Cup: bello, ma il tennis è un’altra cosa

Grande successo mediatico e organizzativo per la mega-esibizione di Praga, vinta dal “Team Europe”. Tuttavia, in troppi (forse abbagliati dalla presenza di Federer e Nadal, oltre a qualche atteggiamento sopra le righe) hanno conferito all'evento un valore tecnico che non ha. Si tratta di un'esibizione basata sui rapporti e su un immenso potere economico.

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