Sembra che la WTA voglia ridurre alla sola Asia l’ultima parte della stagione. Octagon (detentrice della licenza), dunque, potrebbe spostarlo altrove. Conseguenze anche per la prova ATP.
Victoria Azarenka ha vinto il torneo WTA di Mosca nel 2010
Di Riccardo Bisti – 20 ottobre 2013
La notizia fa sensazione. Non c’è ancora nulla di certo, ma il torneo WTA di Mosca potrebbe scomparire nel 2015. L’indiscrezione trapela direttamente dall’Olympic Stadium moscovita, dove oggi si concluderà il classico combined con le finali Stosur-Halep e Gasquet-Kukushkin. Cerchiamo di capire. Pur giocandosi nella stessa sede, i due tornei hanno proprietà diverse. La tappa ATP è di proprietà della federtennis russa, e dovrebbe andare avanti. Al contrario, la licenza del torneo femminile appartiene al colosso Octagon. Tenendo conto che a breve aumenteranno (di molto) i costi d’affitto dello Stadio Olimpico, Mosca è in difficoltà e potrebbe scontrarsi con i desideri della WTA, il cui baricentro è sempre più spostato a Oriente. Pare che l’Associazione Giocatrici voglia aumentare il numero dei tornei in Asia e, nel contempo, accorciare ulteriormente la stagione. Si vocifera che l'ultimo torneo stagionale potrebbe essere il China Open di Pechino, e in effetti ci sarebbe una logica: dal 2014, infatti, il Masters si sposterà a Singapore e per le giocatrici sarebbe illogico giocare in Cina, spostarsi in Russia e poi tornare in Oriente. Tra le tante indiscrezioni trapelate dalla stanza dei bottoni, qualcuno ha ipotizzato che la WTA possa organizzare una specie di World Team Cup al femminile, simile a quella disputata per oltre 30 anni a Dusseldorf. Il tutto, ovviamente, nel sud est asiatico. Detto che siamo nel campo delle illazioni, in questo momento la soluzione più probabile sarebbe il mantenimento della licenza da parte di Octagon, ma con cambio di sede.
Hanno fatto qualcosa del genere con il torneo di Carlsbad, che è stato portato a Tokyo dopo che la WTA aveva scippato la capitale giapponese del suo Premier 5, spostato a Wuhan (città natale di Na Li). C'è dunque il rischio che un torneo nato nel 1994, e con un passato glorioso (lo hanno vinto Pierce, Dementieva, Jankovic, Azarenka, Martinez e la nostra Schiavone) possa chiudere i battenti perchè stritolato dalla geopolitica tennistica. A questo punto, il torneo maschile si trova isolato e meno prezioso per eventuali sponsor. Per questa ragione, il direttore Alexei Selivanenko ha già ipotizzato un cambio di data, con tre eventuali soluzioni.
– Spostarsi a febbraio, quando ci sono i tornei indoor in Europa.
– Andare a giugno, nello spazio che nascerà tra Roland Garros e Wimbledon.
– Anticipare di un mese, nella terza settimana di settembre.
La prima scelta sarebbe bocciata per ragioni climatiche, oltre a una concorrenza agguerrita (Zagabria, Rotterdam e Marsiglia non sarebbero certo contente di avere un nuovo torneo in quel periodo), la seconda è la più impraticabile perchè un torneo indoor nel bel mezzo della stagione su erba non interesserebbe a nessuno (il precedente del WTA di Copenaghen insegna). L’anticipo a settembre avrebbe una logica, ma in quella settimana…c’è già San Pietroburgo! L’ATP vedrebbe di buon occhio uno scambio di date tra i due tornei, ma non sono ancora arrivate indicazioni positive da San Pietroburgo. Ed anzi si vocifera che Michael Rydnik, direttore del torneo, possa dimettersi in caso di scambio data. Per ora non ci sono certezze: di sicuro i calendari 2015 non sono stati ancora pubblicati e offriranno qualche sorpresa, sia in campo maschile che femminile. Ad oggi, in Russia temono che possa verificarsi una situazione drammatica: due tornei ATP nella stessa settimana. Non crediamo si possa arrivare a tanto, probabilmente la stessa ATP lo impedirebbe. Ma il problema, in qualche modo, andrà affrontato.
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