L’altoatesino ha parlato un’ora in occasione della conferenza stampa con il presidente Binaghi: “Alex Vittur è la persona a cui mi rivolgo quando c’è un problema”

Momento di festeggiamenti e di impegni per Jannik Sinner dopo il trionfo agli Australian Open: tre giorni intensa a Roma di ritorno da Melbourne per godersi questo primo successo Slam e poi giungerà il momento di tornare a lavorare in vista dei prossimi impegni in campo, prima di tutti l’ATP 500 di Rotterdam dal 12 febbraio.

L’altoatesino si è intrattenuto in una lunga conferenza stampa insieme al presidente della FITP Angelo Binaghi nella sede della federazione. Questi alcuni estratti: “Si sente il calore e l’importanza di un traguardo del genere in Italia, ma questo non mi deve distogliere l’attenzione: questo è solo un torneo e ci sono tanti altri appuntamenti in cui c’è la possibilità di far bene e di far male. Per il prosieguo di questa stagione sarà importante prendere al meglio e gestire tutti questi momenti”.

Sul rapporto con i suoi due allenatori: “Simone e Darren sono aperti mentalmente e nessuno vuole sopraffare l’altro. Simone è molto esperto di tattica e tecnica e si occupa soprattutto di quella parte, ma la caratteristica fondamentale di entrambi è che sono umili. Darren soprattutto sapeva come gestire la pressione, questo penso sia il suo quinto Slam: quindi entrambi mi danno qualcosa e si compensano bene”.

Una chiosa sul “caso” Sanremo: “Per Sanremo farò il tifo da casa: adesso sto passando questi due giorni a Roma, ma poi è l’ora di guardare avanti e di chiudere il discorso con l’Australia, quindi tornerò ad allenarmi per i prossimi tornei”.

Sugli obiettivi di quest’anno e sul prendersi la rivincita su Zverev dopo il k.o. allo US Open: “Ancora non abbiamo parlato degli obiettivi di quest’anno: importante sarà giocare bene i tornei del Grande Slam. La stagione non finisce qua, anzi è appena iniziata. Durante la preparazione mi è mancata la competizione e in campo mi sono sentito subito bene anche fisicamente. Adesso andremo a caccia, vedremo cosa riusciremo a raccogliere: ci saranno settimane più positive e altre meno positive. Indubbiamente ho guadagnato tanta fiducia tra la fine dell’anno scorso e l’inizio di quest’anno. Zverev sarà un altro giocatore tosto da battere quest’anno: non vedo l’ora di affrontarlo perché è uno che serve bene, risponde bene, si muove bene, è molto completo. Sarà un avversario non solo in questa stagione, ma anche nei prossimi anni”.

Una battuta sulla residenza a Montecarlo: “Residenza a Monaco? Lì mi sento a casa: ho una vita normale. La cosa bella è che ci sono molti giocatori con cui allenarmi, le strutture sono perfette e i campi sono buoni. Ho preso la residenza lì quando mi allenavo a Bordighera con il mio precedente allenatore (Riccardo Piatti, ndr) e anche lui aveva la residenza lì, quindi mi ci sono trasferito. Sto bene lì per ora”.

Sulla pressione e sulle emozioni provate dopo gli Australian Open: “Dico sempre che è un privilegio la pressione, la cosa più bella è scendere in campo e cercare di realizzare i nostri sogni. Vincere uno Slam era tra i miei sogni e ora so come ci si sente: voglio rivivere questa sensazione”.

Sul cambio di team avvenuto quasi due anni fa: “Dietro di me ci sono sempre le persone che mi aiutano, ma alla fine sono sempre io che scelgo. Non avrò mai la controprova, magari se fossi rimasto con le persone con cui lavoravo in passato sarei ancora più forte di come sono adesso. In questo nuovo team ho cercato persone più normali e semplici possibili, come sono io. Ho fatto una scelta che sembrava folle e mi sono buttato nel fuoco: volevo provare un nuovo metodo. Non so se sia stata la scelta giusta, ma ho scelto io”.

Sulla possibilità di essere portabandiera e l’importanza delle Olimpiadi: “Ancora non ci penso, ma le Olimpiadi saranno un momento chiave per me, sarà la prima volta che le gioco. Sarà bello vivere un momento del genere, con gli atleti migliori del mondo e non vedo l’ora di prendere spunto da loro. Sarà uno dei tornei più importanti dell’anno e non è un’occasione che c’è tutti gli anni: spero che l’Italia possa portare a casa più medaglie possibili.

Una sottolineatura sull’importanza del manager Alex Vittur: “Alex Vittur è la persona che mi sta più vicina di tutti, mi aiuta a prendere delle decisioni e appena c’è un problema mi rivolgo a lui. L’ho conosciuto quando avevo 13 anni ed è la persona con cui mi intendo di più. Sa come sono e sa com’ero e credo che tutti e due parliamo la stessa lingua quando c’è da fare una scelta. Simone lo conosceva ed era sempre in contatto con lui. Secondo entrambi Simone era un ottimo allenatore: devo ringraziare Alex per tante cose. Non ama che si parli tanto di lui e quindi anch’io non racconto tanto“.

Una battuta secca sul rapporto con i social: “Non mi piacciono i social perché non è quella la verità secondo me: non raccontano veramente una persona. Quindi non mi piace passarci tanto tempo“.

Sul perché non è tornato in questi giorni a Sesto Pusteria: “Nei miei programmi c’era quello di tornare a Sesto per festeggiare, ma è successo un brutto incidente in cui sono morte tre persone tra cui bambini piccoli. Non mi sembra corretto quindi tornare in questo momento a casa perché non c’è niente da festeggiare“.

Sinner ritiene importante il fatto di aver reso così popolare il tennis: “Penso che il passo più importante che stiamo facendo è avvicinare quante più persone possibili a questo sport: è uno sport sano, c’è la competizione, ma non c’è il contatto. Serve solo una racchetta e una pallina. Non ci dimentichiamo che tutto è partito prima con Fognini che ha vinto Montecarlo, poi è arrivato Berrettini e poi sono arrivato io. Tutti abbiamo un ruolo e stiamo facendo la nostra parte per il tennis e speriamo che arrivino tanti altri giovani“.

L’azzurro tiene sempre il suo team sulla corda: “Il futuro non si può conoscere, ma per questo devo tornare ad allenarmi il prima possibile: gli avversari mi conoscono sempre meglio, conoscono le mie debolezze e giocano senza niente da perdere contro di me. Ho scritto ieri al mio team che ci dobbiamo preparare e dobbiamo lavorare: faremo ancora più lavoro di prima ancora più concentrati per farci trovare pronti“.

Una battuta anche su Matteo Berrettini: “Spero di rivedere presto Berrettini, manca un po’ nel circuito. Mi ha fatto dei bellissimi complimenti come tutta la squadra della Coppa Davis. Matteo mi ha aiutato e se lui mi dovesse chiedere qualcosina sarò felice di aiutarlo perché gli sono molto grato“.