Il numero uno al mondo non ha nascosto la comprensibile delusione per la sconfitta maturata al super tie-break del quinto contro Alcaraz

PARIGI – «Fa male, fa malissimo, non ho sfruttato tante chance». Jannik Sinner – il volto livido, ancora rosso per lo sforzo di una partita lunghissima – ripete spesso queste parole in conferenza stampa, quasi a voler buttare fuori subito tutto il suo rammarico per la finale appena sfuggitagli di mano, dopo essere andato vicinissimo al trionfo. «Se dicessi che sono comunque contento della mia partita, che tutto è a posto, sarebbe sbagliato. Sento grande amarezza, ho dato tutto ma questa notte penso che non dormirò, poi penserò a ripartire, si deve andare avanti».
Si erca di ricordargli le cose positive di questa cavalcata parigina, dove non era mai arrivato così lontano. «Certo, mesi fa avrei firmato per trovarmi in questa posizione. Sono arrivato in finale per l’ottavo torneo di fila, il terzo Slam dopo Us Open e Australia, a Parigi sono migliorato giorno dopo giorno, mi sono sentito un passo avanti rispetto a Roma, la partita è stata di un livello molto alto e io fisicamente ho retto abbastanza bene. Alcaraz è stato bravissimo ma ripeto, è molto difficile accettare una sconfitta così. Nel quarto set i tre match point sprecati, ho anche servito per il match, poi sul 6-5 del quinto 15-30 ho giocato male un dritto. Anche nel terzo set ho strappato subito il servizio a Carlos, ho avuto altre occasioni, se fossi andato subito 2-0 forse la partita poteva girare… Purtroppo, non si può tornare indietro, quello che è stato non si può cambiare. I paragoni con l’anno scorso (perse in semifinale da Alcaraz, ancora al quinto set, nda)? Non reggono, un anno fa ci furono tanti alti e bassi, qui sono stato sempre dentro la partita, mi sentivo a un passo dalla vittoria». In campo ha pensato ai match point sprecati sul 5-3 del quarto set? «No, quando si gioca non si pensa a quello che è successo, si è troppo concentrati sulle cose da fare. Certo, ero deluso, ma nel quinto set sono ripartito. A mente fredda invece, quando la distanza dalla partita aumenta, uno pensa a quei colpi sbagliati, a quel dritto sul 6-5 che potevo gestire meglio, ma è tutto inutile. Fa male, fa malissimo una sconfitta così, negli spogliatoi ho avuto un momento difficile ma non è più tempo di piangere, bisogna rialzarsi». Ecco, cosa succederà nel futuro prossimo di Jannik? «Voglio staccare, ho bisogno di stare un po’ con la mia famiglia. Mamma era qui, papà invece è rimasto a casa, doveva lavorare, spero che abbia visto un po’ della partita. Loro mi sapranno aiutare, a volte dai e a volte prendi, ora tocca a me prendere qualcosa. Saranno felici che tornerò a casa, siamo una famiglia semplice. Tra qualche giorno poi penseremo ad Halle (si giocherà dal 16 al 22, Jannik è campione uscente, nda) dove cercheremo di giocare più partite possibile in preparazione a Wimbledon. Ma c’è tempo, per ora sento solo tanta amarezza. Fa troppo male perdere così».