L’altoatesino fatica a tratti, ma viene a capo con personalità di un match non semplice e domani si giocherà il titolo

Jannik Sinner torna in finale a Pechino per il terzo anno consecutivo. La semifinale con Alex de Minaur è stata più difficile del previsto, con l’australiano che è riuscito a tornare a vincere un set dopo 21 parziali consecutivi persi. Finisce 6-3 4-6 6-2 in favore dell’azzurro nonostante qualche accenno di problema fisico al gluteo e domani in finale troverà uno tra Medvedev e Tien: sarà la 30a finale della carriera per Sinner.
Sinner gioca un primo set di buonissimo livello: dopo un inizio equilibrato, il giocatore italiano cambia decisamente marcia nel sesto gioco e conquista addirittura a zero il break, tra grandi risposte e un ritmo evidentemente superiore a quello del suo avversario. L’azzurro è anche molto bravo a tenere un turno di battuta complicato nel settimo gioco, cancellando due palle del contro-break con due servizi vincenti. Così il primo parziale finisce 6-3 nelle mani dell’azzurro, servendo discretamente e riuscendo a mantenere nel complesso una certa solidità.
Decisamente più in difficoltà si ritrova nel secondo set Sinner, che si tocca ripetutamente il gluteo, sembra avere qualche fastidio e cala in maniera piuttosto evidente dal punto di vista fisico rispetto al primo set. L’altoatesino deve annullare un totale di sei palle break tra il sesto e l’ottavo gioco, sempre aiutato dalla prima palla di servizio vincente in queste circostanze. Jannik che non riesce a prendere un vantaggio in risposta nonostante quattro palle break e alla fine, dopo tante chance annullate, deve cedere sul 4-5, con un drittone a sventaglio che regala a De Minaur il secondo parziale, il primo set vinto dopo 21 consecutivi persi dall’australiano contro Sinner.
Il numero 2 del mondo è bravissimo a reagire alla grande al momento di difficoltà, trovando subito il break e risolvendo un game piuttosto difficoltoso sull’1-0, grazie all’apporto sia della prima che della seconda di servizio, spinta nel momento del bisogno. Un gioco tenuto al servizio che dà ulteriore slancio a Sinner che ottiene addirittura il doppio break e riesce a scappare sul 4-0 e a ipotecare così il match. Da qui in avanti Jannik non concede più nulla nonostante un accenno di crampi nell’ultimo game e conquista la finale a Pechino.