Con il successo su Casper Ruud, Jannik ha conquistato la prima semifinale della sua carriera agli Internazionali BNL d’Italia

ROMA – Soddisfatto, molto. «Ho giocato un’ottima partita, tatticamente non ho sbagliato nulla. Mi sono sentito davvero a mio agio, giorno dopo giorno sto alzando il livello del gioco». Fatalista, pure troppo. «Se non servivo bene sul 2-1 del secondo set la partita poteva cambiare, chissà come sarebbe finita (lo diciamo noi, 6-2 invece di 6-1, nda)». Umile, come al solito. «Vediamo domani come andrà la semifinale, sarà dura». Insomma, neanche il fatto di aver strapazzato in poco più di un’ora – mai aveva vinto con questo punteggio un match Atp – il numero 7 del ranking, imbattuto da 9 partite e reduce dal trionfo di Madrid, sembra scalfire più di tanto l’atteggiamento iper controllato di Jannik Sinner. Che però, dai e dai, alla fine si lascia (un po’) andare. «Non penso che oggi avrei potuto giocare meglio, ho servito bene, ho risposto sempre, sono stato aggressivo come volevo. Ho cercato di ripetere la tattica delle Finals di Torino (Jannik vinse 6-1 6-2, nda) e tutto è andato per il verso giusto. Domani c’è Paul (lo ha battuto tre volte su quattro confronti, nda), un giocatore forte, abbiamo giocato contro agli ultimi Us Open ed ho vinto a fatica, non sarà facile».
L’emozione della visita al nuovo Papa è ancora palpabile («una esperienza incredibile, che non dimenticherò mai») e si mescola con la soddisfazione per il cammino già percorso al Foro Italico. «Prima del torneo avevo tanti dubbi, con alti e bassi durante gli allenamenti. Sono arrivato qui volendo soprattutto capire quale fosse il mio livello di gioco e adesso mi trovo in semifinale (la prima a Roma, nda), non me l’aspettavo. E la conseguenza più importante è che arriverò a Parigi con sensazioni positive. Una finale possibile con Musetti? Sarebbe la conclusione più bella, dobbiamo vincere però ancora una partita. Ma state tranquilli, se non sarà qui capiterà in un altro torneo, magari anche più importante di Roma…».
E il povero Ruud? Almeno apparentemente ha incassato bene la sconfitta: «La prestazione di Jannik è la cosa più vicina alla perfezione che abbia mai visto, almeno riflettendo sulle mie partite. Nei primi quattro game ho commesso forse un paio di errori non forzati sul dritto, tutto il resto è uscito dalla sua racchetta. Sparava fortissimo ogni colpo, sembrava avere due dritti, uno però dal lato del rovescio… Gli tiravo delle botte che mi sembravano pesanti e mi tornavano indietro, non credo di avere vinto nessuno degli scambi lunghi che abbiamo fatto. Io sicuramente non ho servito bene ma lui è stato impressionante, mi sembrava di giocare contro un muro che sparava palle a cento miglia all’ora per tutto il tempo. Alla fine, è stato quasi divertente vederlo giocare così bene. Avrei solo voluto che la partita fosse più equilibrata, anche per il pubblico. Ma non dite più che Sinner non gioca bene sulla terra…».