Il numero uno al mondo ha voluto tranquillizzare tutti sulla sua condizione fisica, visto il piccolo problema alla mano patito sul finale del match con Kopriva

L’esordio in un torneo dello Slam può nascondere sempre qualche insidia, ma non per Jannik Sinner. Il numero uno al mondo ha sbrigato la pratica Vit Kopriva con un comodo 6-1, 6-1, 6-2 e avanza al secondo turno, dove sfiderà Alexei Popyrin. Sul finale di gara c’è stato un minimo di apprensione per un problema all’anulare destro, con un tape venuto via e un piccolo intervento del ‘fisio. “La mano? Solo una vescica – racconta Sinner ai microfoni di Sky Sport al termine del match – nulla di preoccupante. Ci sono delle cose da migliorare se vogliamo andare avanti in questo torneo, ma è andata bene”. Niente sessione d’allenamento extra per Sinner – “Ho chiesto di allenarmi ma Simo (Vagnozzi ndr.) ha detto di no, lui è il capo“, dice ridendo – con il focus che quindi sarà per la giornata di domani nel day off.
Quella con Kopriva è la vittoria numero 22 consecutiva sul duro nei tornei dello Slam, una striscia che lascia ben sperare per la doppia difesa che attende Sinner a New York – titolo e numero uno al mondo – ma che non deve far calare la concentrazione su ogni singolo match. “È sempre bello tornare qui, è un torneo molto speciale essendo l’ultimo Slam dell’anno. L’atmosfera è fantastica, quindi grazie a tutti per essere venuti e per aver fatto il tifo. Sono contento di essere nuovamente in salute, abbiamo fatto del nostro meglio per essere al top della forma. Sono molto soddisfatto per com’è andata questa partita. Dall’anno scorso ho ricordi fantastici, ma ogni anno è diverso“.
Nella conferenza stampa tenutasi dopo il match, Sinner è tornato su quei piccoli miglioramenti che si possono adottare per essere un giocatore migliore. “Cerchiamo sempre di migliorare – risponde l’altoatesino a chi chiedeva se rispetto agli inizi è migliorata la sua abilità di muoversi in campo – se vuoi colpire bene la palla devi arrivare con un buon movimento. Questa è la chiave per essere un battitore pulito, e penso di esserlo, ma cerco anche di muovermi nel miglior modo possibile“. Un concetto che viene ripreso anche parlando della rivalità con Alcaraz, che proprio qui a New York visse tre anni fa una delle partite più belle tra quelle disputate. “Quando eravamo molto molto giovani era una partita in cui entravi in campo e colpivi. Ora ci dobbiamo preparare tatticamente, emotivamente e mentalmente. Rispetto a tre anni fa è tutto diverso, ci siamo affrontati molte volte e goni volta è diversa. Al tempo non sapevamo cosa aspettarci dal futuro, e anche ora non sappiamo cosa succederà in futuro”.
Infine una risposta interessante su chi chiedeva come mai, ad oggi, non ha mai preso in considerazione di giocare la Laver Cup e come sceglie quali esibizioni giocare. “Considero anche la mia forma fisica e quale è il mio obiettivo nel giocare le esibizioni, voglio sempre giocare per essere pronto per i tornei. A volte non è il momento giusto, non gioco molte esibizioni e c’è sempre un motivo dietro”.