Quando i Championships finiscono, gli spalti si svuotano, e all’interno dell’All England Club resta solamente quel pizzico di nostalgia che vive sempre all’indomani dei grandi eventi

Un giorno è passato e l’All England Tennis and Croquet Club di Londra vive senza furia il pigro down dell’indomani. Nel torpore generale, echi di colpi sembrano vagare tra il verde dei campi, cullati negli “oooooohhhh” ricchi di pathos giunti da un pubblico nascosto sotto ampi cappelli di paglia e ombrellini dai mille colori. In un clima dolcemente ovattato, figure epiche sembrano darsi battaglia sul glorioso centrale e in un caos calmo macchie giallastre raccontano di un tennis erbivoro tradotto, viva il cielo, in sport dai tratti moderni. Un ampio alone a cavallo di un’incerta linea di fondo, tradisce rincorse da un lato all’altro del campo mentre strisciate orientate alla rete evocano attacchi sortiti col bene placido di un’ampia manovra tessuta di fresco. Nicchie dello stesso tono tradiscono tutt’intorno l’opera di solerti raccattapalle così come uno sbiadito viottolo rasente il giudice di sedia, rimanda al ciondolare di campioni avviati a meritato riposo.
Un giorno è passato e Wimbledon consuma già la sua nostalgia per quel mondo racchettaro che fino a ieri brulicava su e giù tra la e St.Mary’s walk e la Henman Hill. Su tutto aleggia la sagoma forte e leggiadra di Jannik Sinner, tennista in carriera, fresco vincitore del più importante torneo del mondo. Vestito di bianco, colui che i fatti hanno elevato a miglior giocatore del globo, rimanda al Jonathan Livingstone di Richard Bach, giovane gabbiano con tanta voglia di volare. La metafora narra che lo splendido pennuto potrebbe annidarsi nel profondo di noi tutti, quindi anche in un atleta in forte ascesa prossimo a divenire leggenda. Per giungere all’atto finale, il gabbiano dei giorni nostri ha svettato per due settimane in sofisticati volteggi sfruttando correnti ascensionali con spiccato senso tattico. Contro il più ostico dei suoi rivali si è abbandonato a spericolate cabrate, picchiate mozzafiato e improbabili impennate, mostrando al mondo il gusto di osare oltre i limiti.
E nel down del giorno dopo, in tutti già serpeggia la nostalgia per un trionfo che ci ha fatto sentire grandi e di cui vorremmo già conoscere il seguito.
Tempo al tempo! E nel mentre che il niveo piumate continui a inseguire la sua idea di perfezione a noi tutti non rimane che attendere.