Quello odierno sarà il sedicesimo confronto assoluto tra Sinner e Alcaraz, con la certezza che tante altre saranno le pagine che i due scriveranno nel grande libro del tennis

Foto di Ray Giubilo

Ignoro il numero di volte oltre il quale un confronto diretto sia da ritenersi dualismo così come ho certezza che, per sopravvivere, lo sport abbia comunque bisogno di eroi da incensare. Il tennis non fa eccezione e per colpire nel vivo attinge ai grandi tête-à-tête dell’era Open narrando dei 34 tra Connors e McEnroe disputati a cavallo degli anni Settanta e Ottanta piuttosto che dei 35 lottati da Becker ed Edberg andati in scena una decina d’anni più tardi. Fino ai 34 di Agassi e Sampras consumati lungo i due lustri finali del secolo scorso.

Numeri importanti che tuttavia impallidiscono dinanzi al centinaio abbondante di dualismi all’ultimo Slam consumato dai Fab Four in una sorta di ‘round robin’ andato in onda nel primo spaccato del nuovo millennio.

Trainando al seguito il loro h2h di 15 sfide replicate nel triennio alle spalle, Jannik Sinner e Carlos Alcaraz si ritroveranno per la sedicesima volta occhi negli occhi per affermare che il tennis non è soltanto una somma di dritti e di rovesci ma è soprattutto pathos e bellezza.

Difficile dire quali riflessioni tattiche faranno ingresso al seguito dei due fuoriclasse, giacché ogni match è storia a sé. I numeri dicono 10 a 5 per lo spagnolo anche se, numeri per numeri, Sinner ha festeggiato ieri la sua 30ma vittoria consecutiva indoor.

Basta per fare un pronostico? Forse no, ma qualsiasi sarà l’epilogo del match ci saremo sicuramente emozionati dinanzi a un tennis che ormai sa di futuro.