Nella conferenza post-partita, Jannik Sinner ha commentato la presenza di Gigio Donnarumma nel suo box, l’imminente finale di Champions e la nuova mise…

foto Ray Giubilo
Gli sportivi, piaccia o no, sono una casta. Si frequentano, si capiscono, fanno fronte comune per difendersi da chi li giudica o magari li ama all’eccesso. «Gigio e io ci conosciamo ormai da tanto tempo, ci stimiamo, e sono molto contento che oggi sia venuto a vedere il match», ha detto ieri Jannik Sinner dopo la vittoria su Rinerknech. «Anche lui fra poco ha una partita discretamente importante – ha aggiunto alludendo alla finale di Champions League fra Psg e Inter di sabato prossimo – E tutti e due siamo abbastanza concentrati su noi stessi. Però ci sosteniamo, ci incoraggiamo e mi ha fatto piacere che oggi fosse nel mio box. Che cosa ho imparato stando insieme a sportivi di altre discipline? Che ad un certo livello la cosa più importante è la testa».
Jannik, da bravo milanista e atleta attento al marketing, non ha però voluto dire per chi tiferà sabato. «Non mettetemi in questa posizione… Sono italiano, e quindi se una squadra italiana vince sono sempre contento. Ma se vincerà il Psg sarò molto contento per Gigione».
Un’altra amicizia stretta è quella con il ciclista Giulio Ciccone e i due piloti Ferrari nell’endurance, Antonio Giovinazzi e Alessandro Pierguidi, con i quali durante la pausa ha condiviso una giornata sui kart e diverse sgambate in bicicletta.
«Sì ho sentito Giulio dopo la sua caduta dell’altro giorno, per sentire come stava. E’ molto dispiaciuto, perché il Giro d’Italia per lui è come Wimbledon per noi, non voleva certo che finisse così».
Non ha però voluto chiarire che cosa significa il gesto che tutti e quattro si scambiano avvicinando indice e pollice a indicare una distanza minima. «E’ un segno segreto fra di noi, e un segreto deve rimanere».
Qualche parola invece Sinner l’ha dedicata alla sua nuova mise molto colorata – verde bandiera, blu elettrico – che ha indossato per la ‘prima’ al Roland Garros. Una decisa sterzata cromatica dopo l’«all black» sfoggiato a Roma. «Un po’ cerchi di venire incontro a quello che ti propongono, ma con la Nike stiamo collaborando per fare qualcosa di nuovo». La parola passa agli armocromisti.