Le parole del numero uno al mondo dopo il successo su Richard Gasquet al secondo turno del Roland Garros

PARIGI – «Finora dal mio corpo ho avuto solo segnali positivi, anche se non ho disputato ancora match molto lunghi. Con Paul, a Roma, sono andato al terzo set, tutti però molto rapidi, con Alcaraz invece è stata una bella lotta ma non tanto fisica. Vedremo, non so dire come reagirò di fronte a un quarto o quinto set». Jannik Sinner ha vinto facilmente contro Gasquet la sua sedicesima partita di fila in uno Slam (non perde dai quarti di Wimbledon dello scorso anno, contro Medvedev), la settantesima di un italiano nei grandi tornei (è terzo dietro gli 84 successi di Pietrangeli e i 71 di Fognini) ed è gia concentrato sulla sfida che lo vedrà opposto sabato a Jiri Lehecka, roccioso picchiatore ceko che però finora nei tre precedenti ha sempre sbattuto contro il muro eretto dall’azzurro (sei set a zero per il nostro, uno solo arrivato al tie break). «Lo conosco molto bene (si sono più volte allenati insieme, anche qui al Roland Garros, nda) ho visto qualcosa del suo match con Davidovich Fokina, ha giocato molto bene. Ecco, questa sì sarà una partita molto fisica, che mi servirà per capire il mio stato di forma. Sicuramente dovrò alzare il livello di gioco rispetto alle mie due prime partite».
Non è facile strappare a Sinner un sorriso, farlo deragliare dalle solite frasi sul tennis, ci prova un collega straniero. “Tanti tifosi vengono alle tue partite vestite da carote. Hai un logo che rappresenta una volpe. Preferiresti che in futuro venissero ai tuoi match vestiti da volpe o ti vanno bene anche le carote?“, la surreale domanda. «C’è sempre l’arancione, no? – la risposta divertita – è bello avere certi fan, capisci subito per chi tifano… Questa storia della carota è cominciata al torneo di Vienna (nel 2019, nda), mentre il mio logo, quello con la volpe, è uscito un po’ più tardi. Poi non so, forse le carote sono anche un po’ più facili da trovare delle volpi, immagino…», e finalmente Jannik sorride.