Le sensazioni a caldo del vincitore e dello sconfitto dopo il successo del numero uno al mondo nei quarti di finale del Roland Garros

PARIGI – Dopo 65 anni due azzurri si affacciano nelle semifinali del Roland Garros. Musetti e Sinner, tennisti e personalità affatto differenti. «E’ vero, siamo molto diversi – conferma Jannik – tra noi c’è un ottimo rapporto, abbiamo vinto una Davis insieme, sarebbe bellissima una finale tutta italiana. Ma se non succede qui, prima o poi accadrà. Cosa ruberei a Lorenzo? Tanto del suo tennis, ha una mano straordinaria, riesce a variare sempre il gioco. Le scelte compiute fuori dal campo da tennis (a 23 anni ha già un figlio e un altro è in arrivo, nda), gli hanno fatto bene, regalandogli stabilità e sicurezza. Lo vedo più tranquillo, concentrato, è proprio un bel momento per lui».
La partita con Bublik è scorsa rapida e tranquilla, a parte il secondo set, l’unico lottato. «Lo avevo già affrontato, anche se non sai mai cosa aspettarti da uno come lui. Io mi sono concentrato su me stesso, cercando di essere continuo, anche al servizio. Contro Bublik il rischio è di non trovare il ritmo, sono contento del livello del mio gioco. Cosa mi ha detto a fine partita? Che era contento che fossi tornato a giocare, poi mi ha fatto i complimenti per la vittoria». A proposito di Bublik, è passata alla storia una frase detta a Sinner, dopo una partita del 2021 a Miami, «Tu non sei umano!», oggi il kazako ha confermato l’impressione avuta in Florida: «Lui era giovane e già così concentrato sul suo tennis… Ora è il numero 1 del mondo, ha vinto tre Slam, per me resta di un’altra dimensione. Ma la prossima volta che lo incrocio, ripartirò dal secondo set di oggi, quando l’ho messo in difficoltà». Sul web poi si è scatenata l’ironia di Sasha: in risposta al video pubblicato dai canali ufficiali del Roland Garros, ha commentato così: “I almost got him guys”, cioè “L’avevo quasi preso, ragazzi”…
Cinque partite a Parigi e zero set persi, un bel ritmo per un giocatore al secondo torneo dopo i tre mesi di squalifica: «Sono soddisfatto del mio cammino, di avere centrato la semifinale – dice Sinner – in campo ho fatto sempre scelte giuste, ho lavorato molto per rafforzare il mio fisico, la terra è una superficie che richiede tanta energia. A volte però sento che non mi muovo ancora benissimo, venerdì dovrò essere più positivo e reattivo. Se guarderò la partita tra Djokovic e Zverev? Sì, qualcosa, ma cercherò anche di staccare la spina, ho bisogno di recuperare».
Gli chiedono com’è l’atmosfera negli spogliatoi, il rapporto con gli altri giocatori, magari anche con quelli molto critici nei giorni roventi del caso Clostebol. «Beh – la risposta di Jannik – ci sono alcuni giocatori che sono ancora un po’… diversi. La loro opinione non è la mia e va bene anche così, a me interessa quello che pensano le persone intorno a me e quello che penso io. Mi sento finalmente più libero e tranquillo, alla fine resto un ragazzo che fa quello che gli piace e che sta solo giocando un torneo di tennis».
Chiusura sul Milan, la sua squadra del cuore. «Quando ho lasciato i miei per spostarmi a Bordighera, non ero tifoso. In stanza dormivo con un altro ragazzo, milanista. Vedevamo insieme le partite di calcio, in stanza naturalmente c’era un televisore solo, e allora ho deciso di cominciare a tifare anch’io per il Milan. Se arrivasse Modric? Gran giocatore, grande esperienza». E su questo, siamo tutti d’accordo.