L’azzurro dovrà fronteggiare l’imprevedibile kazako, giunto per la prima volta ai quarti di uno Slam dopo aver sconfitto il n. 5 del mondo Draper

«Faber est suae quisque fortunae» (ognuno è artefice del proprio destino) dicevano i latini e Alexander Bublik sembra averli presi alla lettera: “A volte nella vita abbiamo una sola chance e mi sono detto che quel momento era giunto, che avevo una grande occasione e che avrei dovuto fare del mio meglio. Sta a noi cogliere le occasioni quando si presentano e fare di tutto per non sprecarle. Ce l’ho messa tutta e ha funzionato. È il giorno più bello della mia vita.” Spiega così Alexander (detto anche Sascha), attuale n. 62 del mondo, la motivazione che gli ha permesso di realizzare la prestazione da sogno con la quale, contro ogni pronostico, ha scardinato in quattro set il tennis solido e composto di Jack Draper (n. 5 ATP) e di issarsi per la prima volta in carriera ai quarti di un major. Lui, che, notoriamente di composto ha ben poco, nel match della vita ha saputo trovare il giusto equilibrio coniugando alla perfezione estro, potenza, coraggio e lucidità; una volontà di prendere le redini della propria sorte che si è vista già nella partita di terzo turno contro Alex De Minaur, vinta in rimonta al quinto set dopo uno svantaggio di due set a zero.
Ora, ai quarti, rendez-vous con Sinner. Nei loro quattro scontri diretti – due sul cemento e due su erba – Jannik è in vantaggio 3-1; le tre vittorie sono avvenute a Dubai e Miami nel 2021 e a s’Hertogenbosch nel 2023, vittorie in cui l’azzurro ha concesso un solo set (a Dubai). L’unico successo del kazako si è registrato ad Halle, nel 2023, per ritiro di Sinner. Bublik poi vinse quell’edizione del torneo, conquistando così il sigillo più prestigioso finora in carriera. Negli Slam, come detto, il risultato di maggior prestigio sono, per ora, i quarti raggiunti al Roland Garros quest’anno. Ha disputato, però, sempre a Porte D’Auteuil, la finale del doppio, nel 2021 (in coppia con Golubev). Ex n. 17 del mondo (suo best ranking), Alexander ha
conquistato finora quattro titoli (Montpellier, 2022 e 2024; il già citato Halle e Anversa, 2024) e ha disputato altre sette finali. Nei ‘1000’ il miglior piazzamento sono i quarti a Miami e a Madrid (2021); fin qui, sono dodici le vittorie contro i Top 10, di cui tre ottenute quest’anno (con Rublev a Madrid e, come detto, con De Minaur e Draper). Un tennis imprevedibile, fantasioso, da magicien quello di Bublik ma, al tempo stesso, potente, soprattutto col servizio e il dritto; un gioco che, di solito, gli funziona assai bene sull’erba e il cemento e non sempre sul rosso. Eppure… contro Draper, il kazako mette a segno la bellezza di 68 vincenti (a fronte dei 37 di Jack), ottiene l’81% dei punti con la prima e vince 33 volte il punto su 40 discese a rete!
Ora ci sarà Sinner contro cui estro e aggressività non sembrano poter bastare. Sul piano della solidità, dell’atteggiamento e dell’approccio alla gara, non ci potrebbero essere due tennisti più opposti. Ciò non toglie che tra i due ci sia simpatia e ammirazione; del resto, già nel 2021, dopo la sconfitta a Miami, un incredulo Sascha si era complimentato con Jannik dicendogli a che punto il suo tennis “non fosse umano”. Invece, del suo gioco “umano” Bublik ha fatto un marchio di fabbrica. Nonostante sia dotato di un talento sopraffino, il kazako si mette spesso in luce per le sue stravaganze in campo: a volte svogliato e irreverente, istrionico e lunatico, egli è capace di tutto, come dell’uso sfacciato del servizio “da sotto”, di un dritto colpito con il manico della racchetta o addirittura di far servire un raccattapalle al posto suo! E poi, il politically correct… questo sconosciuto: ricordiamo come alcuni anni fa dichiarò di giocare solo per denaro e che avrebbe smesso dopo averne racimolato un bel po’.
Ora, tuttavia, quel giovanotto un po’ sbruffone sembra un altro. A 27 anni, sposato e padre di un bimbo, Bublik ha più volte detto di guardare la vita e la carriera sotto un’altra prospettiva, e mostra finalmente un’altra umanità, quella della passione per lo sport, della voglia di farcela e di dimostrare al mondo che, oltre alle spacconate e al divertimento, c’è altro: “Mesdames et messieurs, grazie! Sono qui davanti a voi come se avessi vinto il torneo, non voglio piangere adesso perché ho ancora dei match da giocare!”, risponde un commosso Sascha all’ovazione del pubblico del Lenglen dopo la rocambolesca vittoria con Draper. Inzaccherato di terra dopo essersi accasciato sul campo, con gli occhi lucidi e la bocca tremante, il kazako ha commosso tutto il mondo del tennis. “Oggi ho dato tutto quello che avevo, ha funzionato tutto alla perfezione ed è stata una delle mie migliori partite in carriera. In passato ho avuto anch’io momenti difficili ma è anche grazie ad essi se oggi sono riuscito a giocare così, fanno parte della mia vita” ha dichiarato nel post-gara, tuttavia “spingermi al limite e sacrificare la mia vita e la mia salute con allenamenti estremi? No. Ma state tranquilli, continuerò ad allenarmi, sono un tennista professionista, voglio continuare il mio percorso ed essere in grado di vincere con i migliori del mondo; ma per me è anche importante avere un giusto equilibrio tra il tennis e la mia vita”.
Un percorso professionale che, quest’anno, sembra ad una svolta, addirittura, pare, dopo un weekend a Las Vegas per staccare la spina e schiarirsi le idee, dopo un inizio di stagione assai deludente e una brutta sconfitta al primo turno ad Indian Wells. Detto, fatto. Bublik torna e giunge in finale al Challenger di Phoenix (fermato da Fonseca), per poi ritrovare finalmente un successo al recente Challenger di Torino. Ora, giunto ai quarti del Roland Garros, contro il granitico Sinner sembra quasi una missione impossibile. Comunque vada, la “metamorfosi” di Bublik piace molto a tutti, tant’è che un giornalista francese lo ha ribattezzato il “nuovo Leconte sulla terra”.