Il n. 1 del mondo sfida il mancino francese che, a 37anni, nell’estate americana sembra aver ritrovato la forma fisica e il suo tennis insidioso

Dopo la vittoria contro il giovane rampante canadese Gabriel Diallo, Jannik Sinner incontra agli ottavi uno degli “evergreen” del circuito, il mancino Adrian Mannarino. Il francese, 37 anni e attuale n. 89 del mondo, sulla carta non dovrebbe creare troppi problemi al campione azzurro, nonostante sia notoper il gioco creativo, imprevedibile ed insidioso. Nei tre precedenti, tutti sul cemento, si è sempre imposto il n. 1 del mondo, concedendogli solo un set in un match del ‘1000’ canadese, nel 2022.
Da notare, tuttavia, che in Ohio Mannarino sembra aver ritrovato smalto ed energie dopo una stagione un po’ in sordina, superando le qualificazioni ed estromettendo Thompson, Machac e, soprattutto, la testa di serie n. 13 Tommy Paul, lo stesso Paul già sconfitto a Parigi-Bercy lo scorso autunno. Grazie a tale risultato, Adrian è diventato il secondo tennista più anziano qualificato ad accedere agli ottavi di finale in un ‘1000’, dopo Radek Stepanek (Toronto 2016).
Anche se in Francia piace molto paragonarlo alcampionissimo del calcio Zinedine Zidane per la somiglianza del volto, il transalpino di solito non faparlare di sé più di tanto. Ragazzo schivo, a tratti imperturbabile e alquanto silenzioso, il francese calca i campi del circuito da vent’anni senza fare troppo rumore anche se, in realtà, ha rivelato una certa durezza e severità per alcuni commenti decisamente ingenerosi nei confronti di Sinner sulla vicenda Clostebol.
Privo di risultati eclatanti o chissà quali performance,Mannarino, tuttavia, tra alti e bassi e acciacchi fisici, resiste nel circuito e gioca bene a tennis. Longevo e costante, è stato per undici anni di fila, dal 2013 al 2023, in top 75; poi, la vera esplosione due anni fa, a 35 anni, diventando il tennista più anziano della storia ad entrare per la prima volta in top 20; raggiunge così la posizione n. 17 in classifica, suo best ranking, regalandosi, nel 2023, la vittoria più significativa in carriera contro l’allora n. 3 del mondo Medvedev (a ‘s-Hertongenbosch, 2023). L’annata 2023 è la più brillante per lui anche per il record personale delle 43 vittorie stagionali, coronata dai titoli a Newport, Astana e Sofia.
Il tennista mancino conta in tutto cinque sigilli ATP, il primo conquistato nel 2009, a ‘s-Hertongebonsch, l’ultimo, appunto nel 2023, a Sofia. Disputa altre dieci finali, l’ultima delle quali ancora nel 2023, a Maiorca. La finale più prestigiosa è quella del ‘500’ di Tokyo, nel 2017. Mannarino è inoltre particolarmente vincente nel circuito Challenger, avendo conquistato sinora 14 titoli.
Dotato di un tennis vario e spumeggiante, il francese originario della Vallée de Montmorency (Île-de-France), si distingue per il gioco particolarmente aggressivo e d’attacco; abile nei colpi al volo e di tocco, riesce spesso ad “incartare” gli avversari con i cambi d’effetto, grazie al rovescio slice e alla smorzata. Ciò spiega i buoni risultati soprattutto sull’erba, superficie prediletta sulla quale ha conquistato due titoli (‘s-Hertogenbosch e Newport) e raggiunto altre tre finali (due volte ad Antalya e a Maiorca).
Regolare ma non troppo visibile perché, nonostante l’innegabile talento, Adrian non è mai riuscito a compiere il fatidico salto di qualità nei grandi eventi. Il suo miglior risultato negli Slam sono gli ottavi di finale all’Australian Open (2022 e 2024) e a Wimbledon (2013, 2017-2018); nei ‘1000’ si issa due volte ai quarti di finale, a Toronto (2017) e a Cincinnati (2023). Registra, ad oggi, dieci vittorie contro i top 10 tra cui, le più prestigiose contro Medvedev – come detto – e contro Cilic e Thiem, quando erano n. 5 del mondo.