Grandi ambizioni per l'evento brasiliano. Oggi ospita un ATP 500 su terra battuta: tuttavia, sfruttando l'impianto costruito per le Olimpiadi, vogliono ottenere il cambio di superficie e poi dare l'assalto ai super-tornei ATP, sperando nel rimescolamento del calendario previsto nel 2019.L'eredità olimpica è ancora pesante per la società brasiliana, eppure la vivacità organizzativa non è venuta meno. Sembra proprio, infatti, che Rio de Janeiro voglia organizzare un Masters 1000 e portare, per la prima volta, un torneo così importante in America Latina. Le istituzioni locali vogliono sfruttare le strutture costruite per il torneo olimpico, tra le poche non cadute in malora e/o disuso dopo l'abbuffata a cinque cerchi. Forti dell'esperienza – così così, a dire il vero – del Rio Open, vogliono fare un passo in più. L'uomo chiamato a rendere possibile il sogno è Marcelo Alves, direttore di RioTur. Con il sostegno di IMG, è pronto a sedersi a un tavolo con l'ATP per lanciare il progetto. “Il primo passo sarebbe il cambio di superficie, passando dalla terra battuta al cemento” ha detto Alves, convinto che l'Olympic Tennis Center possa essere la sede ideale. “Offriremo qualcosa di talmente importante che l'ATP dovrà rendersi conto che il nostro torneo non potrà essere soltanto un ATP 500. Conoscono bene le strutture olimpiche, ed è molto importante dare vita a un impianto così bello”. Per arrivare a un cambio di superficie, tuttavia, bisogna passare dalle votazioni del Board ATP, composto da tre rappresentanti dei tornei e tre rappresentanti dei giocatori. In caso di parità, a decidere sarà il voto del presidente, Chris Kermode.
MISSIONE COMPLICATA
Una volta ottenuto l'eventuale cambio di superficie (un po' come successo ad Acapulco: ci sta pensando anche Buenos Aires), inizieranno le manovre per diventare un Masters 1000. Alves è consapevole che lo status non cambierà prima del 2020, ma è convinto che Rio possa inserirsi con efficacia nella rimodellazione del calendario, prevista nel 2019. A suo dire, è una chance più unica che rara per modificare gli equilibri attuali. “Si tratta di un progetto a lungo termine, che potrebbe durare anche cinque anni. Per diventare Masters 1000 bisogna acquistare i diritti di un altro torneo, oppure creare una nuova licenza approfittando della scomparsa di un altro evento”. E' il punto più difficile: tra gli attuali Masters 1000, nessuno sembra in crisi tale da dover chiudere. E nessuno ha intenzione di vendere la licenza. L'unico che sembrava in crisi era il Miami Open, ma le notizie di questi giorni fanno pensare che IMG lo terrà in Florida, a Key Biscayne o magari all'Hard Rock Stadium di Miami. “Sarà complicato entrare in questo club: tutti i tornei hanno un grande livello, però si tratta di un progetto a lungo termine. Abbiamo la volontà di farlo” ha detto Luiz Carvalho, direttore dell'ATP 500 di febbraio. Se il progetto dovesse andare in porto, anche soltanto con il cambio di superficie, sarebbe un duro colpo per la terra battuta: a parte il bimestre primaverile, i tornei dall'America Latina rappresentano l'unico sbocco per gli specialisti. Dovessero sparire anche quelli, il tennis sarebbe sempre più indirizzato verso il cemento. Per questo, c'è da aspettarsi l'opposizione dei giocatori. Ma il vento del business, si sa, è duro da fronteggiare.