Semifinalista della passata edizione, il carrarino esce di scena al primo turno di Wimbledon per mano di Nikoloz Basilashvili

Foto Ray Giubilo

LONDRA – Problemi fisici non ancora del tutto smaltiti e la pressione di dover difendere una cambiale importante come gli 800 punti della semifinale raggiunta lo scorso: il risultato è una pesante sconfitta che Lorenzo Musetti ha rimediato al primo turno di Wimbledon, dove è uscito di scena per mano del qualificato Nikoloz Basilashvili con il punteggio di 6-2 4-6 7-5 6-1. “Dispiace tantissimo per il fatto di essere arrivato qui ed essermi risentito male, non con la gamba ma una sorta di virus intestinale – ha spiegato il carrarino in conferenza stampa -. La prima parte di settimana era andata anche bene, poi mi sono sentito svuotato e questo senso di stanchezza e spossatezza me lo sono portato anche oggi. Dopo aver perso il terzo mi è crollato un po’ il mondo addosso e ho cominciato a sentire ancora di più la fatica, il fatto di essere uno zombie in campo. Magari portandomi 2 set a 1 (palla break sul 4-4 nel terzo), magari lui poteva subirla mentalmente e lasciarmi una finestra maggiore. Non vedo come con questa forma fisica sarei potuto andare avanti più di tanto. Il programma delle prossime settimane non lo conosco. L’idea era di giocare Los Cabos, Washington e poi i due Masters 1000 nordamericani. Ma decideremo nei prossimi giorni, in primis devo ristabilirmi fisicamente“.

Il numero 2 d’Italia è poi tornato sull’infortunio che lo aveva costretto al ritiro nella semifinale del Roland Garros: “L’esame aveva diagnostico una lesione di grado 1 con una buona percentuale di edema all’adduttore sinistro, quello dove sentivo fastidio durante la semifinale contro Carlos. In quelle due settimane ho lavorato tanto sulla parte sopra, ma non potevo fare spostamenti. Finché la lesione non si è cicatrizzata mi hanno sconsigliato di caricarci sopra. Ho preso tutto il tempo necessario, anzi cercando di accorciare in maniera sensata il percorso di riabilitazione. Sapevo di arrivare tirato perché le tempistiche erano di tre settimane. Sono arrivato facendone due e mezzo, sentendomi bene, poi c’è stata un’altra ricaduta a metà settimana. Mi ha debilitato molto e non sono riuscito a recuperare, ma non voglio togliere meriti a Niko. Sono contento per lui che possa ritornare su questi palcoscenici, è un bravo ragazzo“.