Garbine Muguruza e Sofia Kenin si affronteranno in una finale inedita all’Australian Open 2020. Quest'atto conclusivo era impossibile da prevedere ai nastri di partenza e difficile da preventivare anche alla vigilia delle due semifinali, la spagnola e l’americana hanno staccato il pass per l’atto conclusivo ribaltando i pronostici delle sfide contro le più quotate Simona Halep e Ashleigh Barty. Non c’è però da scoraggiarsi perché le due settimane di Melbourne come spesso accade in campo femminile hanno ridisegnato il quadro e in finale sono arrivate due giocatrici in grado di dar vita ad un match di grande spessore.
La classifica dice Kenin, lo status di vincitrice slam dice Muguruza. A tre mesi dall’unico precedente le due si giocano un titolo slam, il primo per l’americana, il terzo per l’iberica. A Pechino tre set giocati in meno di due ore, un match rapido vinto dalla ragazza a stelle e strisce con il punteggio di 6-0 2-6 6-2. Per Muguruza quella sconfitta sancì il quinto K.O al primo turno negli ultimi sei tornei disputati - unica vittoria a Wuhan contro Shuai Peng - mentre Kenin era reduce dal trionfo di Guangzhou, terzo titolo stagionale. Guardando i numeri molte cose potrebbero sembrare identiche a tre mesi fa, ma chi ha visto il campo ha trovato Kenin pronta per il primo successo slam e Muguruza fuori dalla crisi pronta a riprendersi ciò che ha perso in tempi troppo brevi.
Due slam in bacheca dovrebbero togliere un po’ di pressione all’ex numero uno del mondo. Il campo ha già dato i segnali sperati e il terzo trionfo major sarebbe la ciliegina. Il bilancio nelle finali è di 2-1 in favore della spagnola che per la quarta volta in carriera trova un’avversaria americana alla fine del cammino. Contro Serena Williams la sconfitta a Wimbledon 2015 e la gioia al Roland Garros 2016, il riscatto sull’erba del 2017 sempre contro un Williams, ma di nome Venus. Alla prima finale australiana ci sarà Sofia Kenin promotrice di una candidatura nel gruppo americano per rilevare l’eredità delle sorelle, in questa chiave assume un valore speciale la vittoria nel derby contro Coco Gauff. L’età non è un problema, ma la sicurezza mostrata queste settimane potrebbe vacillare se le gambe dovessero tremare all'ingresso sulla Rod Laver Arena. Il pericolo c’è, come molte finali slam femminili ci hanno insegnato, ma Sofia forse il battesimo del fuoco lo ha già superato. D'altronde la freddezza non dovrebbe essere un problema se nella tua prima semifinale slam batti Ashleigh Barty, numero uno del mondo impegnata nel torneo di casa.