Carlo Magnani è uno studioso di valore, ricercatore di Istituzioni di Diritto Pubblico presso il dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università di Urbino, esperto di filosofia e scienze sociali, ma anche un grande appassionato di tennis. Uno sport a cui ha già dedicato anni fa un prezioso volumetto («Filosofia del tennis») e a cui ritorna ora per un editore di prestigio come Mimesis con questo «Il Genio, il Pirata, Il Ribelle. La filosofia del tennis globale di Federer, Nadal e Djokovic». Un approccio originale e intrigante, che riprende il discorso dello studio di dieci anni fa aggiornandolo alle sfide e al contesto culturale di questi anni. La storia, come aveva predetto qualcuno, non è finita, anzi, e al pari del tennis dei nostri giorni naviga in un ‘quinto set’, quello appunto della globalizzazione, dopo aver attraversato il medioevo e i vari stadi della modernità. Novello e scanzonato, ma rigorosissimo, Plutarco, Magnani inserisce in questi scenari le vicende dei Tre Grandi, Il Genio Federer, il Pirata Nadal e il Ribelle Djokovic, facendo interagire le loro ‘filosofie’ di vita e di gioco con una quantità inesauribile di riferimenti, mescolando come sarebbe piaciuto al grande critico russo Bakhtin alto e basso, il concetto di sovranità e Brancaleone da Norcia, Junger e Pasolini, Lendl e Walter Benjamin. Il risultato è una lettura vorticosa e fascinosa, che rende permeabile - come deve essere - lo sport al ‘contesto’ storico, sociale e culturale. «Come ha insegnato Roland Barhes - riassume Magnani citando il grande semiologo francese - lo sport è innanzitutto fra opposte concezioni dell’uomo più che una questione di punteggi e misure». E chi meglio dei Tre Filosofi di Basilea, Manacor e Belgrado può farcelo capire?
Il Genio, il Pirata, il Ribelle. La Filosofia del tennis globale di Federer, Nadal e Djokovic
Carlo Magnani
Mimesis (106 pagine, 10 euro)