Il russo, campione uscente a Roma, ha indicato Novak Djokovic come principale favorito per il titolo

ROMA – «Il mio favorito per Roma? Djokovic, naturalmente, è il numero 1. Però sono molto curioso di capire come andrà la mia prima partita (domani contro il vincente di Draper-Coric, ndc). Potrei anche cambiare idea…». Sempre simpatico e sorridente Daniil Medvedev, numero 4 del mondo e seconda testa di serie a Roma, il torneo vinto un anno fa (tra l’altro, l’ultimo suo successo) battendo in finale Rune.

A Madrid, una settimana fa, il russo si è ritirato nei quarti di finale contro Lehecka per un problema agli adduttori, quindi una certa prudenza è indispensabile. «Mi sento bene, l’infortunio non era grave e tre giorni di riposo sono serviti per riprendermi. Gli allenamenti a Roma sono stati buoni, aspetto la prima partita per verificare definitivamente le mie condizioni». Un anno fa, Medvedev si dichiarò molto sorpreso di aver vinto al Foro Italico (primo trionfo sulla terra battuta), su una superficie per lui “nemica”. «Sono cresciuto sui campi in cemento e ancora adesso non ho imparato bene a scivolare sulla terra, mi sembra di non sapere controllare al meglio i movimenti. Non a caso mi sono spesso infortunato in questo periodo dell’anno, per il mio corpo la terra è la superficie peggiore. Però avere vinto a Roma è stato straordinario e mi ha emozionato vedere nel tunnel che porta al Centrale la mia foto con il trofeo in mano tra i grandi campioni. Quel successo ha cambiato la mia percezione del tennis su terra battuta, sento di poter giocare bene. Anche a Madrid ho vinto belle partite, prima di farmi male. Ora so di poter fare strada anche su questa superficie, e magari sorprendermi di meno», e giù una risata.

Curiosamente, Medvedev non ha mai vinto due volte lo stesso torneo. Sente maggiore pressione, pensando ai 1000 punti incassati un anno fa con la vittoria di Roma? «E’ vero, non ho mai difeso un titolo da nessuna parte. Forse dovrei essere terrorizzato (e ride ancora…) ma la verità è che non avverto una pressione diversa da quella di tutti i tornei. Quando ero più giovane un coach mi disse, e la trovo una considerazione azzeccata, che non esistono punti da difendere, un nuovo anno è sempre un nuovo anno, puoi solo guadagnarne. Io ora sono secondo nella “Race” (con 2850 punti contro i 4500 di Sinner, ndc) e mi sento benissimo. Dovessi anche perdere i mille punti, probabilmente rimarrei numero 4 nel ranking e 2 nella “Race”. Se poi continuerò a giocare bene, alla fine della stagione potrei diventare numero 2 o 3. Insomma, le cose cambiano, non sento affatto la pressione. Sono solo felice di aver vinto qui nel 2023 e voglio fare bene quest’anno. Ma a volte penso che questo non sia l’approccio giusto. Forse per fare il bis da qualche parte dovrei cambiarlo (e ride ancora, ndc), Per il momento però preferisco restare rilassato…».