La siberiana batte in rimonta Ana Ivanovic, si prende per la prima volta il Premier di Brisbane e rosicchia punti preziosi a Serena Williams. A Melbourne può sognare il sorpasso in vetta al ranking Wta.
Di Marco Caldara – 10 gennaio 2015
Riavvolgendo il nastro di dodici mesi, sembra passata un’eternità. Lo scorso anno Maria Sharapova si presentò a Brisbane da numero 9 del mondo, dopo quattro mesi di assenza, con tanti interrogativi sul proprio futuro e una nuova partnership con Sven Groeneveld tutta da scoprire. Un anno dopo, invece, la siberiana è arrivata nel Queensland da grande favorita, con tanta voglia di riprendere la corsa al numero uno, e dopo una settimana da ricordare volerà a Melbourne col sorriso. Il primo titolo importante della stagione è suo, dopo il 6-7 6-3 6-3 con cui ha piegato la resistenza della rivalissima Ana Ivanovic, completando l’ennesima rimonta vincente (furono ben dodici solo nella passata stagione) della sua seconda carriera. Nella calda serata australiana, ‘Masha’ non ha disputato il miglior match della settimana, ma dove non è arrivata con il gioco ha riparato con la solita grinta da tigre, emersa in tutti i momenti di difficoltà. E non poteva essere altrimenti al cospetto di un'avversaria con cui non corre buon sangue, anche se la guerra fra le due è sempre rimasta molto velata, con qualche frecciatina sparsa qua e là. In campo, invece, se le sono sempre date di santa ragione, ed è stato così anche per il quattordicesimo atto della loro rivalità, risolto alla soglia delle due ore e quaranta minuti di gioco. Il vero metronomo dell’incontro è stato il servizio: a differenza dei giorni scorsi la russa ha faticato tantissimo nel primo set, commettendo ben sette doppi falli e diventando schiava dell’iniziativa rivale. Poi la musica è cambiata, la Sharapova ha ripreso confidenza nel proprio tennis ed è sempre stata al comando, andando a prendersi il trentaquattresimo titolo in carriera.
CHE LOTTA NEL TERZO SET!
Eppure, anche nel primo set era stata la russa la prima a portarsi in vantaggio, salendo sul 4-1 grazie al break nel quarto gioco. Poi qualche errore di troppo, e una percentuale di prime a tratti inferiore al 30%, han rimesso in gioco la Ivanovic, capace di colpire ad altissimi livelli con il diritto, e pure di mostrare discreti progressi con back e smorzata, due soluzioni un tempo sconosciute. Recuperata la parità sul 4-4, la tennista di Belgrado ha prima cancellato due set-point nel decimo gioco e poi si è aggiudicata il tie-break, aperto da un doppio fallo della russa e chiuso da un dritto vincente della serba, che ha così confermando il trend positivo del 2014, quando ne conquistò dodici su quindici. Tutto diverso dall’inizio del secondo set, con la Sharapova subito avanti e di nuovo inattaccabile al servizio, come già nei tre match precedenti. La Ivanovic le è rimasta aggrappata il più possibile, evitando il doppio break in due occasioni ma non nella terza, per il 6-3 che ha pareggiato i conti, prima della pausa di tre minuti chiesta dalla serba, uscita dal campo per un medical time out. Lo stesso che scatenò numerose polemiche nel loro confronto dello scorso anno a Cincinnati, quando la Ivanovic fermò il gioco sull’1-1 del terzo set e poi andò a vincere, provocando l’ira della russa, convinta che l’intervento del fisioterapista fosse stato soltanto un pretesto per spezzarle il ritmo. Questa volta invece niente polemiche, anzi. Un nuovo break in apertura ha mandato la russa avanti per 3-0 nel set decisivo, dando il là alla miglior fase dell’incontro. Pur visibilmente provate, le due giocatrici hanno iniziato un durissimo braccio di ferro a suon di lunghi scambi, con la Ivanovic che ha recuperato per due volte un break di svantaggio, ma l’ha sempre restituito nel gioco seguente, sino a capitolare nel nono game. Ha salvato i primi due match-point con altrettante fenomenali risposte vincenti di rovescio, ma sul terzo è stata condannata da un errore di diritto.
MASHA VEDE IL NUMERO UNO
“Non potevo chiedere di meglio per l’inizio della stagione”, ha detto la russa durante la cerimonia di premiazione. “È stato un match difficile, di alto livello, e sono sicura che io e Ana ci affronteremo spesso nel corso dell’anno. Qui a Brisbane mi sono trovata bene sin dal primo giorno, c’è sempre stato tanto pubblico pronto a sostenerci, e per questo ci tengo a ringraziare tutti, compreso il mio team, i miei amici e la mia famiglia. Appuntamento al prossimo anno”. Con la vittoria nel Queensland, la Sharapova ha ripreso la sua marcia verso la vetta del ranking mondiale, un po’ frenata nella parte finale del 2014, quando Serena Williams ha messo il turbo, vincendo prima lo Us Open e poi le Wta Finals di Singapore. Grazie ai 470 punti messi in cascina, gli stessi usciti lunedì dal ‘breakdown’ di Serena (campionessa a Brisbane nelle ultime due edizioni), la siberiana è ora ad appena 681 lunghezze dalla prima posizione, e potrà sognarla già a Melbourne. Lei e la statunitense partiranno esattamente alla pari, difendendo gli ottavi di finale del 2014, ma se la Sharapova ha iniziato l’anno alla grande, la campionessa americana è parsa in condizioni ben diverse rispetto alla sorella Venus (vincitrice in nottata ad Auckland), disputando una Hopman Cup opaca, con due sconfitte e altrettante vittorie molto sofferte. È vero che Perth è solamente un'esibizione, e la Williams che calcherà i campi di Melbourne sarà probabilmente tutt’altra giocatrice, ma questa Sharapova ha tutte le carte in regola per metterle paura. All'Australian Open potranno affrontarsi solamente in finale, occasione ideale per la russa per metter fine all'incredibile striscia di confronti diretti andati male, lunga sedici match e dieci anni. E se ci aggiungiamo che i punti di differenza fra vincitrice e finalista di uno Slam sono 700, il piatto diventa ancor più succulento. Serena è avvisata.
WTA PREMIER BRISBANE – Finale
Maria Sharapova (RUS) b. Ana Ivanovic (SRB) 6-7 6-3 6-3
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