Anche tu sei passato da Bordighera…
«Sì, quattro anni fa, e proprio ricordando quell’esperienza per il 2020 ho aggiunto al mio team, oltre al fisioterapista Nicola Santobianchi che mi seguirà in qualche torneo, anche il videoanalist Danilo Pizzorno. L’ho conosciuto a Bordighera, è molto bravo, ti fa vedere tante cose in più, per questo era tempo che volevo tornare a lavorare con lui».
Coppa Davis, Atp Cup, tornei dello Slam, classifica: qual è il traguardo 2019?
«Alla Davis mancano due mesi, ho tanti punti da difendere, vedremo. Corrado Barazzutti è un capitano sa scegliere sempre bene. Tutti i tornei poi sono importanti, non ce n’è uno in particolare. Voglio solo tornare ad alto livello. Un obiettivo per quest’anno ce l’ho, ma me lo tengo per me, lo conosce solo il mio team. A lungo termine, prima di smettere vorrei invece migliorare il mio best ranking, questo sì. Significherebbe entrare fra i primi 15, un obiettivo abbastanza grosso. I sogni invece sono due: il primo è incontrare Federer…».
Prima che si ritiri…
«Lo farà prima di Nadal e Djokovic, e secondo me giocare contro Roger è un’emozione indescrivibile. Visto visto quello che è successo a Matteo a Wimbledon l’anno scorso? Giocare con lui può metterti metterti in imbarazzo».
Dove lo vorresti affrontare?
«Non sull’erba! Magari al Roland Garros, sulla terra, dove sono più a mio agio e credo che potrei fare partita pari. Riuscire a batterlo, poi, sarebbe una soddisfazione che mi porterei dietro per tutta la vita».
Il secondo sogno è giocare a San Siro con la maglia del Milan…
«E’ un sogno un po’ complicato, lo so. Non in campionato ovviamente, mi basterebbe una partitella, un’occasione qualunque a San Siro…».
Rivolgiamo ufficialmente un appello a Maldini e Boban. Per chiudere: contento dell’arrivo di Ibrahimovic?
«Sì, sono felice, speravo che venisse al Milan. Può dare un po’ di entusiasmo alla squadra e alla società per puntare all’Europa League, Tornare a giocare in Europa non sarebbe male». Un passo alla volta, come vuole fare Marco.