Dopo un grave infortunio al polso occorso nelle prequalificazioni degli Internazionali Bnl d'Italia e stagioni a dir poco tormentate, Liam Caruana si sta finalmente mettendo in luce: nel Challenger di Launceston, in Australia, il tennista azzurro sta vincendo e convincendo con prestazioni di livello assoluto e contro giocatori, classifiche alla mano, maggiormente quotati. Dopo aver superato agilmente il giocatore di casa Jeremy Beale, il giocatore romano di adozione statunitense ha lasciato 3 game all'ex top 100 Yannick Hanfmann. Risultato tutt'altro che scontato, visto che il tedesco veniva dalla finale Challenger disputata a Burnie. Ora Liam affronterà l'australiano Alex Bolt, che la settimana scorsa lo ha battuto con un duplice 7-5, per un posto in semifinale con l'obiettivo di rilanciarsi e guardare con fiducia ad un 2020 che potrebbe segnare un anno di svolta.
Una svolta attesa da anni da Liam e da tutte e persone che hanno creduto e continuano a credere in lui. A cominciare dalla famiglia, che nel lontano 2004 decise di lasciare l'Italia per trasferirsi negli Stati Uniti: destinazione La Jolla, località sul mare a nord di San Diego. È qui che il piccolo Liam, all’età di 7 anni invogliato da genitori entrambi tennisti, comincia a muovere i primi passi su un campo da tennis sotto i dettami di papà Massimo, che tutt’ora segue suo figlio. Il tennis di Liam, nel suo processo di crescita, subì inevitabilmente le influenze dello “stile americano”: fondamentali pesanti da fondo campo, gioco propositivo e piedi costantemente vicini alla linea di fondo sono solo alcune delle caratteristiche riscontrabili nel tennis di Caruana. Un tennis atipico e votato all'estrosità, componente che spesso caratterizza gli incontri dell'americano al quale piace infiammare il pubblico a suon di colpi spettacolari.
I risultati a livello junior in tal senso non tardarono ad arrivare: nel 2016, dopo una lunga trafila nei Grade americani, l’allora 18enne romano si issò nelle prime 50 posizioni del ranking under 18. Bypassato lo step giovanile, Liam si trovò ad affrontare le inevitabili difficoltà del passaggio ai pro, iniziando a confrontarsi nei vari tornei a livello Futures e Challenger: nel 2017 raggiunse la semifinale nell'Itf di Heraklion, lo stesso risultato venne conseguito nel Challenger di Todi dove il capitolino si arrese solo in semifinale (da numero 767 del mondo) a Marco Cecchinato, in un match che nonostante la sconfitta diede prova del suo talento.