Le pagelle di due settimane di grande tennis: tante emozioni, poche partite da ricordare, italiani in evidenza

Foto di Felice Calabrò

10 e lode
PAOLINI

In singolare non aveva mai vinto a Roma due partite di fila, quest’anno invece ha dominato le avversarie, perdendo solo un set e conquistando il terzo torneo della carriera. Quel recupero da 6-7 0-4 contro la Shnaider resta il suo capolavoro, il modo con cui ha dominato in finale Gauff fa invece ben sperare almeno per il Roland Garros, dove Jasmine si presenterà con la testa di serie numero 4. La lode, naturalmente, deriva dal trionfo in doppio, il suo secondo di fila al Foro Italico. L’ultima donna a fare l’accoppiata fu una certa Seles, nel 1990.

10
ALCARAZ

Arrivato a Roma con tanti dubbi, dopo l’infortunio che gli ha impedito di scendere in campo a Madrid (e che comunque gli ha fatto risparmiare energie preziose), Carlos – al terzo torneo stagionale vinto, il 19º della sua carriera – ha trovato la forma migliore strada facendo e dopo la fatica fatta per superare Khachanov negli ottavi (7-5 al terzo set) ha sbranato via via Draper (8 giochi persi), Musetti (9) e Sinner (7), chiudendo con un set semplicemente meraviglioso. Al Roland Garros, dove è il campione uscente, sarà naturalmente l’uomo da battere.

9,5
SINNER

Chi si sarebbe aspettato un piazzamento in finale del nostro campione, dopo tre mesi di forzata assenza? Pochi, pochissimi, forse neanche lo stesso Jannik ci credeva molto. E invece Sinner è stato il protagonista di queste due settimane al Foro, facendo sognare legioni di tifosi. La sconfitta (la quarta di fila contro Carlos…) farà aumentare la voglia di riscatto del nostro, resta una domanda a cui nessuno può rispondere: cosa sarebbe successo se Jannik avesse sfruttato uno dei due set point del primo set?

9
PAUL E STEARNS

Due presenze a sorpresa in semifinale, anche se Paul ha bissato la prodezza già compiuta nel 2024. Tommy ha battuto De Minaur e Hurkacz ed è riuscito nell’impresa di dominare per un set Sinner, la Stearns – passata dal numero 42 al 27 – ha vinto tre partite per 7-6 al terzo set contro ragazze del valore di Keys, Osaka e Svitolina, prima di far tremare per un’ora Paolini.

8
MUSETTI

Il suo rammarico per non avere giocato al meglio la semifinale con Alcaraz è la conferma della nuova dimensione del ragazzo di Carrara. Dopo la finale di Monte Carlo e la semifinale di Madrid, finalmente un grande torneo anche a Roma, dove Lorenzo ha battuto due ex campioni del Foro Italico come Medvedev e Zverev. A Parigi da testa di serie numero 8, ci aspettiamo altre prodezze.

7
MOUTET E GAUFF

Il mancino francese si è confermato beniamino del pubblico romano, che affolla costantemente le tribune dei suoi match, sicuro di ricevere in cambio divertimento e colpi geniali (più qualche mattana, tipica del personaggio). Sua la partita più bella del torneo, 3 ore e 43 minuti di pura battaglia contro Rune. Gauff invece ha colto due scalpi importanti come Andreeva e Quinwen Zheng ma in finale è stata travolta da Paolini e dai tanti errori. Ha solo 21 anni ma da una numero 2 del mondo ci possiamo aspettare di più e di meglio.

6
FONSECA

Un fenomeno ancora (giustamente) ingenuo questo brasiliano di 18 anni, che chiamano “Sinnerinho” e che si ispira a Kuerten. Della sua sconfitta al primo turno contro Marozsan (non certo comunque un avversario facile) ricorderemo il gran tifo della comunità brasiliana di Roma e i due doppi falli di fila nel tie break che hanno compromesso la sua rimonta nel match.

5
MEDVEDEV e ANDREESCU

Ex campioni Slam, si sono entrambi fermati negli ottavi. Del loro passaggio a Roma resteranno solo alcune dichiarazioni: Daniil, parlando del ritorno di Sinner ha detto che «il tennis è un mondo particolare, è come se fossimo tanti criceti su una ruota: se ne sostituisci uno, nessuno ci fa caso». Da parte sua la canadese ha rivelato di «essere sobria da sei mesi», aprendo un capitolo inquietante sui lati più oscuri della vita dei campioni.

4
FRITZ

Una toccata e fuga, quella dell’americano, sempre a disagio sulla terra battuta, sconfitto al debutto dal connazionale Giron, non proprio un campionissimo. E sprecando nel secondo set un vantaggio di 4-0…

3
IL PUBBLICO

In tanti si sono lamentati, da Nishioka – che ha denunciato insulti razzisti – a De Minaur, da Navone – colpevole di giocare con baby Cinà – a Shnaider, “aiutata” in tutti i modi a farsi rimontare da Paolini nei quarti. Ma anche Musetti, nella sfida con Alcaraz, ha avuto a che ridire per le urla di qualche scalmanato. E poi c’è il problema degli scommettitori, che non è solo romano.

2
ZVEREV

Il voto non boccia tanto la prestazione dell’ex numero 2 del mondo, impeccabile o quasi fino ai quarti di finale, quanto le parole pronunciate dopo la sconfitta con Musetti. Dire che Lorenzo è uno che “aspetta l’errore dell’avversario” sembra francamente troppo.

1
SWIATEK

Uno come l’unica partita vinta dall’ex numero 1 del mondo, che aveva trionfato in tre delle ultime quattro edizioni del torneo del Foro Italico. E invece è bastata al terzo turno una Collins ormai semi-ritirata per spazzarla via. In pochi mesi è passata dal primo al quinto posto in classifica, al Roland Garros il prossimo esame: deve difendere i duemila punti della vittoria del 2024, rischia di precipitare nel ranking.