Il Centrale del Foro Italico era in silenzio al termine del primo set, ma è bastato poco per far scatenare di nuovo al pubblico e spingere Sinner verso la finale di domenica

Foto di Ray Giubilo

Alzi la mano chi, in quei primi maledetti venti minuti non abbia avvertito un brivido lungo la schiena. Dica il contrario chi non abbia visto perfidi  spauracchi dietro a un 6/1 senza macchia finito tra le mani di Tommy Paul, ostico americano del New Jersey, già 9 del mondo.
Confessino senza timore coloro che per un attimo hanno visto evaporare l’entrata trionfale di Jannik Sinner nel match clou degli Internazionali d’Italia.
Ma è destino dei grandi escogitare soluzioni atte allo scopo e vista la malparata, l’altoatesino non si è fatto attendere mettendo in atto misure tali da condurre in porto la nave dopo una prima navigazione tra le onde alte.
Passata la buriana , dunque, il resto della semi si è snocciolato in un’umida serata di metà maggio allietata da un carezzevole ponentino romano ma avvilita da palline tanto pesanti da frustrare il gioco veloce . Non così pesanti, tuttavia, da impedire al nostro portabandiera di disegnare il campo con rovesci lungolinea vincenti pressoché inimitabili.

Ma il match di ieri sera racconta ancora una volta che il format privilegiato dai fuoriclasse è quello del 3 su 5, giacché è l’unico a offrire al gioco un più ampio respiro tattico.
Una riflessione che deve aver investito anche il campione del mondo in carica, quando, dopo qualche manciata di minuti s’è ritrovato con mezza partita da recuperare.
Niente paura! Qualcosa da aggiungere qualcos’altro da togliere e via in modalità mostro veicolando il resto della faccenda dalla parte giusta.
Ora il grande epilogo con Carlitos Alcaraz. Undici i confronti tra i due, questa volta sul terreno più amato dall’asso iberico. Sarà sicuramente spettacolo ma soprattutto sarà l’immagine di un tennis dominante che da qui in avanti andrà in onda a qualsiasi altitudine e su ogni superficie.