Il viaggio verso l’eccellenza di un giocatore parte dall’allenamento dei sistemi sensoriali

Prima che la palla tocchi il terreno, l’occhio del tennista ha già registrato la traiettoria, l’orecchio ha percepito il suono dell’impatto, il corpo ha “sentito” la posizione nello spazio. Poi arriva il colpo. Ma la performance è già iniziata molto prima. Il viaggio verso l’eccellenza di un giocatore parte dall’allenamento dei sistemi sensoriali. Parliamo dei sistemi visivo, auditivo e cinestesico.
Ognuno di noi, in campo, tende a utilizzare in modo naturale uno di questi sistemi più degli altri. Ma quando il sistema predominante non riesce a fornire risposte efficaci —ad esempio un giocatore molto visivo che fatica a giocare con le luci artificiali — la prestazione può crollare. Per questo è fondamentale allenarli tutti, così da potersi appoggiare all’uno o all’altro a seconda delle condizioni. Il sistema visivo è il primo canale attraverso cui il tennista anticipa ciò che sta per accadere. Spesso i tennisti guardano la palla in modo distratto e si ritrovano in ritardo dopo il rimbalzo. Osservarla dall’inizio alla fine dello scambio è fondamentale per mantenere la concentrazione e leggere in anticipo le traiettorie.
Allenare il sistema sensoriale visivo significa anche sviluppare la capacità di interpretare le intenzioni dell’avversario. Un esempio straordinario lo racconta Andre Agassi nel suo libro Open: dopo essere stato battuto più volte da Boris Becker, scoprì che il tedesco rivelava la direzione del servizio con un tic impercettibile della lingua. Agassi sfruttò quel dettaglio per anticipare la risposta nei momenti decisivi, trasformando un minuscolo segnale visivo in un vantaggio decisivo. Il sistema auditivo fornisce informazioni che l’occhio non percepisce. Il suono dell’impatto rivela immediatamente se il colpo dell’avversario è pieno e potente oppure più carico di effetto, mentre il rumore del rimbalzo aiuta il giocatore a sincronizzare il movimento di preparazione.
Allenare l’ascolto permette di anticipare la risposta e riduce i tempi di reazione, un aiuto prezioso nei momenti in cui il ritmo si alza. Il sistema cinestesico completa la percezione globale: è il senso del corpo nello spazio, dell’equilibrio e della decontrazione. Quando questo sistema funziona, l’atleta sente la palla e il movimento scorre fluido. Quando invece va in crisi, tutto si complica. Ne è un esempio Carlos Alcaraz, che dopo la sconfitta al Rolex Paris Masters 2025 ha dichiarato: “Oggi ho fatto tanti errori. Non sentivo niente, non avevo nessuna sensazione.”
Quando manca una buona percezione interna anche un fuoriclasse perde le sue certezze. Allenare i sensi significa allenare la consapevolezza. Un tennista che impara a vedere meglio, ascoltare meglio e sentire meglio diventa più rapido, concentrato e performante. E così quando i sistemi sensoriali lavorano in armonia, il gioco rallenta, la mente si illumina e ogni colpo diventa più naturale. Non è magia: è percezione allenata.

