“Il mio avversario si comporta come una principessa viziata”. E’ l’ultima sparata di Gulbis dopo che Bautista Agut si è lamentato del rumore della sue scarpe. Intanto è in finale a San Pietroburgo.
La polemica tra Ernests Gulbis e Roberto Bautista Agut

Di Riccardo Bisti – 21 settembre 2013
 

Qunado gioca Ernests Gulbis c’è sempre da divertirsi. Il lèttone è famoso per le dichiarazioni, ma è bello da vedere anche sul campo da tennis. Certo, il movimento del dritto fa mettere le mani nei capelli, ma per Gulbis vale sempre la pena pagare il biglietto. E poi, durante le sue partite, succede sempre qualcosa. Dopo un breve periodo di appannamento, ha ripreso a giocare bene ed è in finale al torneo ATP di San Pietroburgo, dove si era fatto notare per la prima volta nel 2006 (quando perse da un giovanissimo Murray). In semifinale ha superato Michal Przysiezny con un doppio 6-3 e si giocherà il titolo contro Guillermo Garcia Lopez. Ma Gulbis ha saputo divertire nei quarti contro Roberto Bautista Agut, superato con un netto 6-1 6-2. Sul punteggio di 6-1 4-2, lo spagnolo si è lamentato perché Gulbis strusciava rumorosamente le scarpe sulla superficie. Sul 15-40, Bautista se l’è presa direttamente con Gulbis. Il lèttone si è rifiutato di scusarsi e ha reagito a modo suo. “Io faccio quello che voglio – ha detto al suo avversario – tu muovi le braccia per tutto il tempo e io non ho detto niente”. Mentre Bautista stava per servire nel punto successivo, Gulbis ha palesemente strusciato le scarpe per fare ancora più rumore. A quel punto è intervenuto il giudice di sedia, che gli ha comminato un warning per condotta anti-sportiva. Con la faccia tosta che lo contraddistingue, Gulbis si è avvicinato al seggiolone e ha chiesto il perché. “Lo sai benissimo” ha detto l’arbitro, prendendosi una parolaccia in tutta risposta.
 
Gulbis ha ugualmente centrato il break e lo spagnolo ha scaraventato la racchetta per terra. Pochi minuti dopo, il match era finito. In conferenza stampa, Gulbis ha pronunciato un’altra delle sue frasi-cult. “Il mio avversario si comporta come una principessa viziata”. Divertentissimo, ancor più se pensiamo che se l’era presa con…Bautista Agut! Sembra proprio che il rumore delle scarpe sia uno degli argomenti più “hot” del periodo. Esattamente una settimana fa, c’era stata un’accesa polemica tra Tomas Berdych e Leonardo Mayer durante Repubblica Ceca-Argentina di Coppa Davis. Sul 4-3 e servizio per l’argentino, Mayer ha sbagliato uno smash perché – a suo dire – era stato disturbato dal rumore delle scarpe di Berdych. Le immagini, onestamente, gli danno torto. Il ceco si è mosso normalmente e non ha generato chissà quale rumore. Ma in Davis si ingigantisce tutto e sono scoppiate polemiche a più non posso, francamente eccessive rispetto alla portata (quasi nulla) dell’episodio. Dopo il match, Mayer ha detto: “Berdych ha fatto qualcosa di sporco. Forse è così anche nella vita”. Gli episodi degli ultimi giorni fanno tornare alla mente l’episodio di cinque anni fa all’Australian Open, quando Daniela Hantuchova se la prese con Ana Ivanovic dopo aver perso la semifinale col punteggio di 0-6 6-3 6-4, peraltro dopo essere stata avanti 6-0 2-0. Secondo la slovacca, la Ivanovic strusciava continuamente le scarpe per terra quando era in risposta, causandole un fastidio, forse intenzionale. “Sono sorpresa che la giudice di sedia non sia intervenuta – disse la Hantuchova – penso che sia scorretto, con Ana avevo già giocato e non l’aveva mai fatto”. Da parte sua, la Ivanovic disse che muoveva regolarmente i piedi come sempre e diede la colpa alla nuova superficie dell’Australian Open. In effetti, era la prima volta che si giocava sul Plexicushion al posto del vecchio Rebound Ace.
 
Dei tre episodi, forse il più comprensibile è proprio quello della Hantuchova, che si giocava la sua grande chance di raggiungere una finale Slam. Tuttavia, crediamo che i tennisti esagerino nella richiesta di giocare con il silenzio assoluto. Per carità, è giusto rispettarsi a vicenda, ma facciamo nostra una frase del mitico articolo di Sports Illustrated di una ventina d’anni fa, “Is Tennis Dying?”. “Possibile che un lanciatore di baseball debba colpire con 200.000 persone che gli urlano contro, mentre un tennista si lamenta se uno spettatore starnutisce mentre tira una volèe?”. Il tennis è uno sport bellissimo, ha una sua aura di signorilità ed è giusto che la mantenga. Tuttavia, il campo da tennis non è una chiesa. E qualche rumore in più, tutto sommato, non deve dare fastidio a nessuno. Gulbis ha ragione. Se poi rilascia dichiarazioni spassose….ancora meglio.