Il numero uno al mondo si racconta in un’intervista concessa in esclusiva al TG1 a pochi giorni dal rientro in campo, quando il pubblico del Foro Italico lo accoglierà a braccia aperte

Foto Ray Giubilo

Il tempo dell’attesa è ormai giunto al termine: Jannik Sinner è pronto a tornare in campo! Manca infatti meno di una settimana al termine del periodo di sospensione di tre mesi concordati con la WADA, con il debutto agli Internazionali d’Italia che è previsto per la giornata di venerdì 9 o al più tardi sabato 10 maggio. Proprio in vista del suo rientro, il numero uno al mondo si è voluto raccontare in un’intervista esclusiva al direttore del TG1 Gian Marco Chiocci, andata in onda questa sera. “Sto abbastanza bene. L’anno scorso è stato molto stressante, e nonostante tutto abbiamo ottenuto risultati incredibili. All’inizio della squalifica è stato un po’ strano, anche fuori dal campo sono successe cose che non mi aspettavo. Negli allenamenti stiamo riprendendo il ritmo, con un obiettivo davanti. A volte va molto bene, a volte c’è un calo e non capisco il perché. Sono contento di tornare in campo in partita, soprattutto a Roma. Mi manca la competizione, in allenamento non hai la tensione che hai in partita”.

Sinner si è poi voltato indietro, spiegando come ha vissuto tutto il periodo, dal momento in cui è stata comunicata la positività al Clostebol in avanti. “In quel momento lì non ho capito cos’è successo, non sapevo nulla e mi hanno dovuto spiegare cosa è successo alle mie spalle. Ho dovuto accettare, più di questo non potevo fare, ma almeno abbiamo saputo subito da dove è arrivata la contaminazione. Ho fatto fatica ad accettare questi 3 mesi, perché non ho fatto niente, perché devo pagare il prezzo. Ho parlato con il mio avvocato, in maniera molto concreta, di cosa sarebbe potuto succedere e abbiamo preso questa decisione. Se ho pensato di dire basta e mollare tutto? Si, ci ho pensato (sbuffando). Prima degli Australian Open, era un momento non felicissimo. Arrivato in Australia non mi sentivo a mio agio, alcuni giocatori mi guardavano in modo diverso, è pesante vivere in questo modo il tennis”.

Sul continuare a giocare, e a vincere, nonostante tutte le vicende fuori dal campo: “In campo non stavo come un giocatore si dovrebbe sentire, perché noi ci alleniamo tanto per poi divertirci quando giochiamo una partita bella. Questo divertimento giorno dopo giorno è andato un po’ via perché ho pensato ad altre cose. Sono però riuscito a crearmi una bolla, grazie al mio team e alle persone che mi vogliono bene, questo mi ha dato la voglia di continuare e rientrare e prepararci bene per gli Slam, che l’anno scorso ho giocato molto bene. È andato tutto bene, anche se io non mi sono sentito una persona felice in campo””.

Sulle tante critiche ricevute sul diverso trattamento ricevuto: “Tutti quanti quando risultano positivi hanno lo stesso protocollo, nessuno ha dei trattamenti differenti. Ho dovuto fare tanti incontri, e mi hanno controllato forse anche più degli altri. La WADA ha poi ricontrollato tutto. La differenza è come guardi le cose, può capitare la contaminazione ma se i dottori confermano che non hai avuto vantaggi il discorso è quello lì”.

Ancora sulle critiche ricevute, in particolare da esponenti dello sport come Djokovic, Serena Williams o Federica Pellegrini:Non ho voglia di rispondere. Ognuno è libero di dire quello che vuole, può giudicare. Per me è importante di sapere come sono andate le cose, non auguro a nessuno di passare da innocente quello che ho vissuto io. Siamo in un mondo in cui tutti possono dire quello che vogliono, va bene così”.

Sinner ha poi raccontato di quello che è stato il momento più emozionante, che per lui è l’essere diventato il numero uno al mondo. “Scelgo il numero uno al mondo rispetto agli Slam, perché non è il singolo risultato ma è il risultato di un anno intero. Un’altra grande emozione è entrare sul centrale del Foro Italico a Roma o a Torino, non sembra nemmeno di entrare su un campo da tennis, ma in uno stadio di calcio“.

I tre mesi di stop sono stati sicuramente duri, ma hanno permesso all’altoatesino di mettersi completamente alle spalle la vicenda Clostebol, e di tornare a concentrarsi unicamente sul campo e sui risultati da raggiungere. Lo stesso Jannik parla di una “mentalità differente” nell’approcciare il torneo di Roma. Sono molto contento di rientrare in campo, soprattutto a Roma, un torneo speciale per me. Ormai non manca tanto, quindi ci vediamo a Roma. Speriamo di essere abbastanza preparati per essere lì, però sono molto contento di fare il mio ritorno a Roma. Non c’è posto più bello. Molto presto ci saremo, non solo io, ma tutto il gruppo italiano con dei giocatori incredibili. Aspettiamo un bel tifo”.