Ufficializzate le rose delle formazioni. Per ora ci saranno appena quattro squadre e 28 giocatori sui 71 annunciati. Tra gli esclusi, Wawrinka, Ferrer, Radwanska e i quattro italiani. 
Bangkok sarà l'unica franchigia ad avere due top-10 in squadra: Murray e Tsonga

Di Riccardo Bisti – 2 marzo 2014

 
Lo avevamo preannunciato. I tanti giocatori apparsi nella lista di venerdì si sono ridotti drasticamente. L’International Premier Tennis League, la più grande lega mai avuta dal nostro sport, ha ufficializzato le rose. C’è grande confusione, perchè il draft ha riguardato soltanto quattro squadre: Singapore, Bangkok, Dubai e Mumbai. I team dovevano essere cinque, forse sei (si era parlato di un interessamento dell’Australia). Ad ogni modo, ecco le rose emerse dall’Oberoi Hotel di Dubai.
 
SINGAPORE: André Agassi, Serena Williams, Tomas Berdych, Lleyton Hewitt, Patrick Rafter, Daniela Hantuchova, Bruno Soares, Nicholas Kyrgios
BANGKOK: Andy Murray, Victoria Azarenka, Jo-Wilfried Tsonga, Carlos Moya, Daniel Nestor, Kirsten Flipkens.
MUMBAI: Rafael Nadal, Pete Sampras, Ana Ivanovic, Gael Monfils, Rohan Bopanna, Sania Mirza, Fabrice Santoro.
DUBAI: Novak Djokovic, Caroline Wozniacki, Goran Ivanisevic, Janko Tipsarevic, Nenad Zimonjic, Martina Hingis, Malek Jaziri.
 
A quanto pare, sono scomparsi i team di Kuala Lumpur e Hong Kong, nonchè i tennisti italiani. Nessuno, tra Fabio Fognini, Sara Errani, Francesca Schiavone e Flavia Pennetta è stato selezionato dalle varie squadre, composte da un totale di 28 giocatori. Rafael Nadal farà parte del team di Mumbai, dove ci sarà anche Pete Sampras. Novak Djokovic giocherà per Dubai e avrà ben due connazionali in squadra (Tipsarevic e Zimonjic) oltre al croato Ivanisevic e Caroline Wozniacki. La squadra di Bangkok sarà l’unica a schierare due top-10 in attività: Andy Murray e Jo Wilfried Tsonga, mentre il team più numeroso è quello di Singapore con otto nomi, tra cui Andre Agassi e Serena Williams. Il fatto è che l’esito agonistico dell’IPTL non interessa a nessuno. Ma andiamo più in profondità: tra gli esclusi eccellenti ci sono anche personaggi di altissimo livello come Stanislas Wawrinka, David Ferrer e Agnieszka Radwanska. Pare che la spesa complessiva delle quattro squadre sia stata di circa 14 milioni di dollari. Molto interessante anche il calendario: a quanto pare, ogni squadra giocherà i match interni tutti in una volta, nell’arco di tre giorni. E’ un altro modo per ridurre il numero di viaggi. Si giocherà a Singapore dal 28 al 30 novembre, a Bangkok dal 2 al 4 dicembre, a Mumbai dal 7 al 9 dicembre e a Dubai dall’11 al 13. Nel weekend successivo ci saranno le finali. Le rivelazioni di oggi, francamente, “sgonfiano” un po’ il clamore attorno all’evento. Resta molto interessante, ma il modo in cui è stato impostato (o forse l’hanno obbligato a impostarsi) lo tramuterà in quattro multi-esibizioni in altrettante località asiatiche.
 
Tenendo conto che i giocatori dedicano una parte della preparazione invernale alle esibizioni, ottime per monetizzare, la IPTL radunerà in sè gli eventi principali. Pare evidente che campioni come Williams, Nadal, Djokovic e Murray si sobbarcheranno il viaggio in una sola occasione (peraltro ben retribuiti) salvo poi tornare a casa. Sarà interessante vedere chi tornerà in Asia per le fasi finali, in programma a ridosso del Natale. La formula del campionato è ancora un mistero. Affidandosi alle sole date, sembrerebbe che ogni squadra giocherà sei partite: tre in casa nel weekend “dedicato” e altrettante in trasferta, una per ogni evento. L’unica certezza riguarda la formula del singolo match, che prevede cinque set con tie-break sul 5-5, così suddivisi: singolare maschile, singolare femminile, doppio maschile, doppio misto e singolare tra ex giocatori. Formula molto simile al World Team Tennis americano, con la sola differenza che il singolare tra “leggende” sostituisce il doppio femminile. Alla grande disponibilità economica, tuttavia, corrisponde una comunicazione non sempre ottimale. La lega non ha un proprio sito internet, ma soltanto un profilo Twitter. Le regole non si conoscono e le informazioni compaiono in modo frammentario, impedendo all’appassionato di farsi un’idea precisa. E poi, la riduzione dei team a sole quattro franchigie non è una gran figura.